Cucina, moda, turismo: il Made in Italy impazza un po’ in tutti i settori. Gli italiani amano mangiare italiano, vestire italiano e sono disposti a pagare un po’ in più per soddisfare la loro passione. Non parliamo ovviamente di posizioni ideologico-politiche ma di scelte di consumo basate su fiducia e sicurezza che coinvolgono persone di diverse fasce d’età. Fiducia e sicurezza che andrebbero consolidate con forti azioni di contrasto alla contraffazione: un fenomeno che minaccia fortemente non solo la credibilità del brand ma l’intera economia italiana.
Questo è ciò che pensano gli italiani di età compresa tra i 18 e i 74 che hanno partecipato al sondaggio organizzato da Kroll, azienda di Consulenza di Gestione del Rischio e Financial Advisory. Enrico Rovere, Managing Director Valuation Advisory Services di Kroll in Italia, ci ha illustrato i dettagli di questa ricerca sulla percezione dei consumatori italiani nei confronti del brand Made in Italy.
Dottor Rovere, quali sono gli articoli del Made in Italy che gli italiani preferiscono comprare?
Dai risultati della nostra survey emerge con chiarezza che i settori per i quali i consumatori italiani evidenziano una disponibilità a una spesa maggiore al momento dell’acquisto siano quelli nei quali il brand Made in Italy è considerato tradizionalmente “forte”. In modo particolare, l’agricoltura/alimentare, un settore indicato dal 57,4% del campione, seguito dalla ristorazione (53,4%), dal turismo (44,7%) e dalla moda/abbigliamento (40,3%). Inoltre, nel comparto agricoltura/alimentare, il 9,5% del campione si dice disposto a pagare ben oltre il 50% in più rispetto ai corrispondenti prodotti non Made in Italy e in quello moda/abbigliamento solo il 15,1% degli intervistati non è disposto a spendere di più rispetto al prezzo medio di mercato.
Quali sono gli elementi che danno al Made in Italy un valore così alto agli occhi degli italiani?
All’interno delle scelte di consumo, gli italiani attribuiscono ai prodotti Made in Italy importanti caratteristiche di qualità, fiducia e sicurezza, che ne fanno un driver d’acquisto significativo nelle preferenze dei consumatori. Il riconoscimento di questi valori è inoltre alla base della disponibilità a una maggiore spesa rispetto ai prezzi medi di mercato: secondo la nostra ricerca, infatti, la metà dei consumatori italiani sono disponibili a spendere fino al 20% in più per beni e servizi realizzati nel nostro Paese.
L’apprezzamento per i prodotti made in Italy è lo stesso per ogni fascia d’età?
In linea generale si può dire che la nostra indagine ha evidenziato un trasversale apprezzamento del valore del brand Made in Italy in tutte le fasce d’età del campione, che si dichiarano in larga parte disponibili a una maggiore spesa pur di acquistare beni realizzati nel nostro Paese. È però importante sottolineare che la propensione all’acquisto del Made in Italy è diffusa soprattutto tra i giovani: la fascia di età tra 18 e 24 anni, infatti, risulta quella maggiormente disponibile a spendere oltre il 50% in più per un articolo di origine italiana. Questo è vero in particolare per alcune categorie merceologiche come i prodotti per la cura del corpo e il make up, indicati dal 20,4% degli intervistati fino a 24 anni di età, la ristorazione (17,3%), i prodotti alimentari (16,4%), i servizi turistici (14,5%) e il settore moda/abbigliamento (13,3%).
Possiamo dire, quindi, che l’industria del Made in Italy è in buona salute?
La survey ha messo chiaramente in luce che i consumatori italiani riconoscono il valore del brand Made in Italy e sono disposti a pagare un premium price per acquistare beni e prodotti italiani. Si tratta quindi di un asset intangibile estremamente importante per le aziende, per il quale è strategica una corretta valutazione, utile anche per una maggiore valorizzazione delle nostre imprese. Infine, i consumatori sono attenti e sensibili anche alla sua protezione e ritengono importante che le aziende implementino iniziative di prevenzione, protezione e contrasto alla contraffazione, ma anche un’azione di informazione e sensibilizzazione capillare per diffondere una maggiore conoscenza di questo fenomeno complesso, in grado di provocare danni rilevanti a produttori, lavoratori, commercianti e consumatori.
In copertina foto di tbrandsborg da Pixabay