Il Council del Cherenkov Telescope Array Observatory (CTAO) e l’ESO, l’Osservatorio Australe Europeo, hanno firmato gli accordi finali per l’installazione del gruppo di telescopi che costituiranno la componente di CTA per l’emisfero meridionale in un’area prossima alla sede dell’Osservatorio del Paranal dell’ESO, sulle Ande cilene.
CTA: il progetto internazionale
CTA è un grande progetto internazionale per la realizzazione di una rete globale di telescopi di prossima generazione dedicati allo studio della radiazione gamma più energetica. Il progetto, cui partecipano per l’Italia l’INAF Istituto Nazionale di Astrofisica e l’INFN, prevede l’installazione dei telescopi su due siti: uno nell’emisfero nord, sull’isola di La Palma nell’arcipelago delle Canarie, e uno nell’emisfero sud, in Cile, appunto.
Nella città di Santiago del Cile sono stati firmati in totale tre accordi: uno tra il governo cileno e l’ESO, uno tra ESO e CTAO e uno tra CTAO e CONICYT – Cile Comisión Nacional de Investigación Científica y Tecnológica (CONICYT), la Commissione nazionale per la ricerca scientifica e tecnologica. Con questi tre accordi, CTAO ha il via libera all’avvio delle attività di costruzione del Cherenkov Telescope Array sul sito meridionale.
Un analogo accordo per ospitare la componente di CTA da dislocare nell’emisfero settentrionale presso l’Osservatorio del Roque de los Muchachos a La Palma, in Spagna, è stato già siglato con l’Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC). L’inizio dei lavori su entrambi i siti è previsto per il 2020.
Federico Ferrini, direttore del Cherenkov Telescope Array Observatory (CTAO), ha incontrato il direttore generale dell’ESO, Xavier Barcons e, insieme al direttore delle operazioni dell’ESO, Andreas Kaufer, hanno firmato l’accordo per la costruzione e la gestione dei telescopi di CTA che saranno operativi presso il sito di Paranal-Armazones dell’ESO, nel Cile settentrionale. Prima della firma dei due accordi di mercoledì, Ferrini aveva incontrato il direttore esecutivo di CONICYT, Christian Nicolai Orellana, il 17 dicembre, per firmare l’accordo di collaborazione scientifica tra le due parti.
CTA: uno strumento di nuova generazione
CTA sarà lo strumento di nuova generazione per la rivelazione da terra dei raggi gamma, che sono radiazioni elettromagnetiche ad altissima energia emesse dagli oggetti più caldi e potenti dell’universo – come i buchi neri supermassicci o le supernovae. Per osservare l’intero cielo, l’Osservatorio CTA avrà due siti, con 19 telescopi nell’emisfero settentrionale e 99 nell’emisfero meridionale. Tre sono le tipologie dei telescopi di CTA: LST (Large Size Telescope), MST (Medium Size Telescope) e SST (Small Size Telescope).
“È una ottima notizia che conferisce energia all’intero progetto CTA e consente di proseguire verso la installazione al sito sud da parte di INAF del set di precursori dei telescopi SST di tipo ASTRI, già concordata con il Consorzio CTA” commenta il Direttore Scientifico INAF Filippo Maria Zerbi “questo set di precursori consentirà di mettere a punto la tecnologia ed il modello di operazioni dell’intera infrastruttura”.
“Questa firma rappresenta un traguardo molto importante per il grande progetto CTA, – sottolinea Nicola Giglietto, responsabile nazionale dell’INFN del progetto – al sito nord di La Palma, dove da poco abbiamo inaugurato il primo telescopio di CTA, LST-1, ora si aggiunge il sito cileno dell’emisfero sud”.
“Possiamo dire con grande soddisfazione che la fase di progettazione è conclusa e che adesso entriamo nel vivo della fase di realizzazione di quello che sarà il primo telescopio globale per lo studio della radiazione gamma più energetica, un osservatorio di prossima generazione che ci permetterà di ricavare una ricchezza di informazioni senza precedenti sul lato più violento del nostro universo”.
CTA e il paradiso astronomico
Quattro telescopi LST saranno installati nel sito nord di CTA, ai quali si affiancheranno 15 telescopi MST. Tra i telescopi che verranno installati nel sito sud di CTA ci saranno quelli di piccola taglia, gli SST, il cui prototipo è stato inaugurato quattro anni fa sulla stazione osservativa di Serra La Nave sull’Etna, gestita dall’Osservatorio Astrofisico di Catania dell’INAF, nell’ambito del progetto bandiera Astri finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR).
Il progetto CTA conta, quindi, su una importante partecipazione dell’Italia, con più di 200 persone, tra ricercatori, tecnici e ingegneri, dell’INAF, dell’INFN e delle Università italiane dove hanno sede le sezioni INFN coinvolte nella progettazione e gestione di LST (il cui prototipo è stato inaugurato solo poche settimane fa) e vede il coinvolgimento di varie aziende. L’INAF pianifica di contribuire alla schiera di telescopi che andranno nel sito Sud, ovvero presso l’area dell’Osservatorio ESO del Paranal in Cile, con un mini array di 50 telescopi SST, numero che potrebbe essere incrementato a 70. Sempre l’Istituto Nazionale di Astrofisica ospita a Bologna, in una delle sue strutture di ricerca, il Quartier Generale della collaborazione internazionale, che sotto la guida del MIUR sta evolvendo in un ERIC.
Il sito meridionale di CTA si trova 11 chilometri a sud-est della posizione del Very Large Telescope all’Osservatorio di Paranal dell’ESO nel Deserto di Atacama e a soli 16 chilometri dal cantiere dell’Extremely Large Telescope. Questa è una delle regioni più aride e isolate della Terra: un paradiso astronomico. Oltre alle condizioni ideali per l’osservazione durante tutto l’anno, l’installazione di CTA presso l’Osservatorio di Paranal offre i vantaggi delle competenze e delle infrastrutture dell’ESO.
Gli obiettivi scientifici di CTA sono molteplici, e vanno dalle indagini sulle particelle cosmiche relativistiche alla ricerca della materia oscura. CTA osserverà l’universo estremo, esplorando gli ambienti del nostro vicinato cosmico fino ai buchi neri ai confini dell’universo. I suoi contributi potranno perfino aprire le porte a nuovi e inesplorati aspetti della fisica fondamentale. Oltre 1.400 scienziati e ingegneri di 31 Paesi sono impegnati oggi nello sviluppo scientifico e tecnico del progetto CTA. L’Osservatorio sarà costruito e gestito dall’ERIC CTAO, che è governato dagli stati membri.