(Adnkronos) – “Mi dispiace dover sottrarre tempo a cose molto più importanti e serie per rispondere a polemiche pretestuose e ridicole”. Così in una nota il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si esprime sul caso sollevato in relazione al Calendario 2024 dell’Esercito che, come ha dichiarato ad esempio l’esponente del Pd Sandro Ruotolo, riabiliterebbe il fascismo. “Oggi tocca al Calendario dell’Esercito per il 2024. Pur di inventare un attacco politico a un esponente di maggioranza, alcuni rappresentanti dell’opposizione non si preoccupano di infangare l’Esercito, le Forze Armate, la Difesa, ma soprattutto soldati e ufficiali che sono stati eroi indiscutibili e di cui bisogna solo continuare ad onorare la memoria, come ha voluto fare l’Esercito”, dice Crosetto.
“Eroi per tutta la loro vita di militari, indipendentemente dai vertici politici. Voglio ricordarli uno ad uno e ricordare che, dopo aver combattuto nelle fila del Regio Esercito nella Seconda Guerra Mondiale, invece di arrendersi o disertare, hanno tutti, dicasi tutti, preso parte alla Lotta di Liberazione, venendo insigniti della massima delle onorificenze, la Medaglia d’Oro al Valor Militare, proprio nel 1943-1945”, ricorda Crosetto, che rende noti i nomi e le vicende che li hanno riguardati.
Crosetto e le polemiche per il calendario dell’Esercito
“Questi sarebbero i ‘fascisti’ che alcune forze politiche additano? Siamo alla follia – denuncia il ministro – Parliamo di veri eroi che, quasi tutti al prezzo della vita, combatterono per la libertà dell’Italia, fedeli al loro giuramento e alle Istituzioni che servivano. Non accetto che la fulgida ed esemplare memoria di queste persone venga infangata per una sterile polemica politica”.
Il ministero della Difesa, in una nota, evidenzia che “il CalendEsercito 2024, il cui tema e titolo sono frutto della scelta editoriale dell’Esercito, non intende affatto ‘riabilitare il fascismo’, anzi. Infatti il Calendario si inquadra in una trilogia storica che vuole evidenziare esclusivamente l’impegno e il valore degli italiani e dei nostri militari nella Guerra di Liberazione, nella consapevolezza che, come quelli di allora, anche i soldati di oggi, con il giuramento che prestano, si impegnano a servire il Paese e le sue Istituzioni repubblicane”.
“Moltissimi soldati, sopravvissuti a tre anni di durissima guerra, non ebbero dubbi, dopo l’8 settembre 1943, su quale fosse il loro dovere e quale posizione l’Esercito Italiano dovesse assumere. Non a caso, tutti i militari presenti nel CalendEsercito 2024 sono stati scelti perché il loro coraggio è stato d’esempio sia prima dell’Armistizio sia, con uguale impegno e determinazione, durante la Guerra di Liberazione, combattendo nelle fila del Regio Esercito o delle formazioni partigiane, fino all’estremo sacrificio – sottolinea la Difesa – Basta leggere le motivazioni di conferimento delle Medaglie d’Oro al valor militare.
“Siamo alla follia”
Il “prima e dopo” l’8 settembre 1943 indica quindi la coerenza e il valore dell’impegno coraggioso di chi scelse di servire la Patria, onorando il giuramento prestato, fino al sacrificio della vita o continuando, a sprezzo del pericolo, a combattere per la rinascita dell’Italia”.
“Questo – chiarisce ancora il ministero della Difesa – è lo spirito del CalendEsercito 2024! Le polemiche politiche e i pregiudizi ideologici sono estranei alle Forze Armate. Non è un caso che, nel Calendario, chi fu decorato prima dell’Armistizio ricevette un’onorificenza ancora più importante e prestigiosa per quanto fatto dopo l’8 settembre; gli ideali e i valori che li animarono erano gli stessi: quelli del giuramento alla patria e alle istituzioni”. –
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