Il modello produttivo dell’agricoltura italiana è campione anche nella produzione di valore aggiunto per ettaro che è più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi.
Un primato messo a rischio nel 2016 dal calo dei prezzi riconosciuti agli agricoltori che per molte produzioni non riesce neanche a coprire i costi a causa delle distorsioni nella filiera che sottopagano il lavoro agricolo.
L’Italia è l’unico Paese al mondo con 4886 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 282 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg ma ha conquistato anche il primato green con quasi 50mila aziende agricole biologiche in Europa ed ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni ogm a tutela del patrimonio di biodiversità.
Con l’azione di tutela dell’ambiente, l’Italia si è portata al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%).
In soli tre anni sono aumentate di sette volte le aziende agricole che producono energie rinnovabili (+603 per cento) e sono praticamente raddoppiate quelle che trasformano direttamente i loro prodotti (+97,8%) svolgendo una azione di recupero importante nei confronti di varietà che non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione.