E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della firma dell’accordo del Governo italiano con Alibaba con il premier Matteo Renzi per promuovere le eccellenze agroalimentari del nostro Paese e combattere i falsi, sulla base dell’analisi su dati Istat relativi ai primi cinque mesi del 2016.
Il vino è il prodotto agroalimentare italiano piu’ presente in Cina e rappresenta in valore oltre un quarto delle esportazioni complessive del Made in Italy a tavola (27%).
Esistono tuttavia ancora grandi opportunità di crescita in un Paese come il gigante asiatico che è diventato addirittura il principale consumatore mondiale di vino rosso davanti ad Italia e Francia.
Peraltro a differenza di quanto avviene nei Paesi tradizionalmente produttori la domanda di vino dei cittadini cinesi continua a crescere ed ha raggiunto i 16 milioni di ettolitri nel 2015, 0,5 milioni di ettolitri in piu’ rispetto all’anno precedente. Per questo è particolarmente importante la presenza italiana alla giornata del vino fissata per il 9/9 da Alibaba, il leader delle vendite in rete che purtroppo è uno dei canali ideali per la diffusione del falso Made in Italy, dalla vendita del Kressecco tedesco al Chianti californiano.
Ma in vendita su Internet anche il kit per il vino liofilizzato “Fai da te” con false etichette dei migliori vini Made in Italy che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano.
Il vino in polvere non è diffuso solo in Paesi extracomunitari ma puo’ essere facilmente acquistato anche direttamente anche in alcuni Paesi dell’Unione Europea, dalla Gran Bretagna alla Svezia.
La pirateria alimentare sul web non riguarda solo il vino ma anche salumi, formaggi, conserve e altri prodotti pregiati del Made in Italy. La contraffazione, la falsificazione e l’imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo – il cosiddetto italian sounding – supera per fatturato i 60 miliardi di euro, con quasi due prodotti apparentemente italiani su tre in vendita sul mercato internazionale, secondo una analisi della Coldiretti.