Eravamo rimasti alle scuole aperte e alla didattica in presenza, l’ultimo DPCM del 18 ottobre, infatti, aveva disposto una didattica più articolata solo per le scuole superiori. Poi, però, la situazione epidemiologica, con la curva dei contagi che aumenta ogni giorno, ha reso necessarie misure più restrittive. Per contrastare l’avanzata del Covid, le Regioni in cui la situazione è più grave si stanno attrezzando con didattica a distanza e coprifuoco.
La scuola regione per regione
Vediamo com’è la situazione delle scuole italiane rispetto alla DAD:
- Lombardia: didattica a distanza per le scuole secondarie, ingressi scaglionati per le scuole degli altri ordini e gradi e invito alla dad il più possibile per l’Università;
- Emilia Romagna: è una delle poche regioni che ha deciso di lasciare le scuole aperte e potenziare il sistema dei trasporti;
- Lazio: da ieri, 23 ottobre, al 23 novembre gli studenti del primo anno delle scuole secondarie di secondo grado e delle Università faranno lezione in presenza, mentre gli altri seguiranno le lezioni da casa. La percentuale minima consigliata dal ministro della Salute Speranza è 50% per la scuola, 75% per le facoltà universitarie;
- Marche: alternanza della didattica in presenza con quella a distanza per gli alunni del triennio delle scuole superiori;
- Campania: dallo scorso 15 ottobre vanno a scuola solo i bambini della scuola primaria e gli studenti con disabilità. Per l’Università didattica a distanza e verifiche in presenza;
- Puglia: gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado resteranno a casa dal 26 ottobre al 13 novembre.
Le altre regioni si stanno, una per una, uniformando a queste scelte.
Bonus PC e Internet
Le famiglie che al momento non sono possiedono gli strumenti utili ad accedere alla didattica a distanza possono richiedere, avendone i requisiti, il bonus PC e Internet. Il voucher sarà valido per l’acquisto della connessione e per PC e tablet. Un bonus che tenta di sopperire a una grave carenza dell’Italia che è uno dei Paesi europei meno digitalizzati e che ora si appresta a vivere una nuova stagione di didattica da casa.
La didattica a distanza nella seconda ondata Covid
Il nodo scuola è lo specchio dell’indecisione politica che sta vivendo il governo Conte in quest’ultimo periodo. Da un lato si chiede ai governatori di rispettare le proporzioni di didattica a distanza indicata dal DPCM, dall’altro quello stesso DPCM dà loro l’autorità di adottare misure più restrittive qualora la situazione locale lo richieda. I dati sui contagi, al momento, rendono necessarie misure anti Covid più drastiche. Chiudere le scuole significa alleggerire la mobilità ed evitare di intasare gli ospedali e di gravare sulle terapie intensive soprattutto ora che il sistema di contact tracing è saltato. E’ pur vero che trasporti e sanità pubblica andavano affrontati separatamente. Insomma, se la gravità della situazione lo richiederà si farà di necessità virtù. Vuol dire che ci consoleremo guardando il calcio alla tv. Perché quello, sembra una delle poche certezze, ahimè, non si ferma neanche dietro suggerimento delle autorità sanitarie.
Immagine di copertina foto di Dominic Alberts da Pixabay