Le ultime settimane sono state molto difficili per il Calcio. Il Covid sta colpendo in pieno la Serie A e tutte le altre leghe creando situazioni molto difficili, proprio su questo argomento è intervenuto Malagò. Il presidente del CONI, però, ha parlato anche di altre situazioni.
Il nuovo protocollo della Serie A
Dopo le tanto discusse misure del “vecchio” protocollo ovvero quello dei 13 giocatori disponibili, inclusi i 2003, arrivano delle nuove misure. Il blocco dell’intera squadra avverrà solo se il numero di positivi è superiore al 35% dei componenti del gruppo atleti. Il nuovo protocollo anti-Covid è stato promosso dalla sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, in una delle ultime Conferenza Stato-Regioni.
Con un numero di positivi superiore alla soglia potrebbe, sottolineamo la possibilità e non la conseguenza diretta, scattare il rinvio della partita. La norma, però, non è ancora approvata definitivamente visto che dovrà ottenere il via libera del Cts. Tra le altre misure della bozza è presente l’isolamento per i positivi e test continui per 5 giorni per i contatti ad alto rischio, con obbligo di indossare la FFP2 se non si effettua attività sportiva, indipendentemente dallo stato vaccinale.
Covid: Malagò e le nuove misure della Serie A
“Considerando l’aumenti dei contagi e le previsioni dei numeri, il calcio doveva giocare d’anticipo. Andavano gestite anche le vacanze di Natale degli addetti ai lavori…“, queste le prime parole di Malagò sulla questione contagi in Serie A.
Il presidente del CONI ha parlato anche delle decisione di ridurre la capienza degli stadi a 5000 posti fino alla fine del mese: “La Lega Calcio ha fatto bene a scegliere per la riduzione della capienza degli stadi perché era elevato il rischio che il Governo facesse cadere dall’alto la sua decisione“.
Il caso Djokovic
Malagò, infine, ha parlato anche del recente caso che ha coinvolto il tennista Novak Djokovic. Il pluricampione serbo, dopo il recente ritiro del visto da parte del governo australiano, rischia di non giocare il primo slam dell’anno: gli Australian Open.
“Non ho mai visto una gestione peggiore. Gli attori in questo caso sono tre: gli organizzatori locali, il Governo e Djokovic. Diamo per scontato che tutti e tre fossero in buona fede, il problema è un altro: non ci si deve mettere in quella situazione, a monte non deve succedere. Entro il 10 doveva dire se era vaccinato o no, poi non si capisce perchè non sia stato comunicato che il 16 abbia preso il Covid. Doveva comunicarlo. Se prima durante e dopo ha incontrato chiunque, allora la credibilità è venuta meno. Dispiace per Nole, è ‘italiano’ e amato, l’ho anche premiato, siamo tutti suoi tifosi, ma lui se non avesse contratto il Covid che faceva? Non giocava più a tennis?”.