Lo sappiamo, il Covid muta e lo fa attraverso la variante ma l’ultima “scoperta” ovvero la Deltacron, esiste davvero? Rapido viaggio alla scoperta dei dubbi dietro la variante emersa da Cipro.
Covid: la nuova variante Deltacron
Variante Delta ed Omicron unite? Questo l’allarme che diversi giorni fa il dottor Leonidos Kostrikis, professore di scienze biologiche a Cipro aveva scoperto dopo aver analizzato 25 casi di positività che avrebbero portato a ben 11 ricoveri ospedalieri. Il nuovo ceppo combinerebbe le caratteristiche di Delta e della stessa Omicron, da cui il nome provvisorio di Deltacron. Come facile da immaginare, l’informazione è rimbalzata su social e quotidiani di tutto il globo.
I dubbi della comunità scientifica
Una notizia che, ovviamente, ha avuto una certa risonanza nel mondo. Anche il mondo scientifico si è lanciato alla verifica dell’esistenza di questa nuova variante che addirittura sembra essere il risultato di una combinazione tra le due precedenti e più famose.
“Deltacron non è reale ed è probabilmente dovuto a un artefatto di sequenziamento, ossia a una contaminazione in laboratorio di frammenti di sequenza di Omicron in un campione di Delta”
Così su Twitter Krutika Kuppalli, ricercatrice di malattie infettive presso l’Organizzazione mondiale della sanità. La ricercatrice non è stata la sola ad essere scettica sulla veridicità della “nuova” variante. Anche il dottor Tom Peacock dell’Imperial College London ha espresso il suo scetticismo su Twitter, sostenendo che con molta probabilità si tratta di una contaminazione in laboratorio dei campioni.
Un errore di laboratorio?
Quindi, per molti la variante “Deltacron” non sarebbe altro che un semplice errore di laboratorio che ha portato ad una successiva errata deduzione da parte del professore cipriota.
La tesi è stata favorita anche da Boghuma Kabisen Titanji, esperta di salute globale alla Emory University di Atlanta, che ha aggiunto: “Con i livelli di trasmissione di SarsCoV2 sempre più elevati a livello globale, è probabile che si stiano verificando verificando di ricombinazione e che questi possano venire rilevati sempre più frequentemente. Ciò porterà a varianti più preoccupanti? Possibile, ma nessuno lo sa. La cosa migliore che possiamo fare oltre a preoccuparci e a coniare nomi di varianti che suonano come un cattivo dei Transformers, è garantire che i vaccini siano disponibili per tutti e combinare la vaccinazione con altre strategie che danno al virus meno opportunità di diffondersi“.