L’estate sportiva 2021 sarà sicuramente una delle più belle che l’Italia possa mai ricordare. Dagli europei di calcio passando per quelli della pallavolo e nel mezzo quella Tokyo 2020 che ha consegnato alla nostra nazione il record assoluto di medaglie olimpiche conquistate. I giochi olimpici giapponesi di Tokyo 2020, però, hanno visto un dato sorprendente nonostante il Covid e la pandemia ovvero un numero altissimo di record sportivi infranti.
Record sportivi infranti, lo “strano” caso di Tokyo 2020 tra Covid e pandemia
Sono stati ben 20 i record del mondo infranti durante i giochi olimpici di Tokyo 2020 soprattutto nell’atletica. Caso eclatante di questi dati arriva nei 400 metri ostacoli dove il norvegese Karsten Warholm ha stabilito il nuovo record del mondo andando a battere… se stesso! Lo stesso atleta, infatti, un mese prima aveva abbattuto un primato mondiale che durava da ben 29 anni. Il dato ancora più curioso è che anche non tenendo conto del tempo che al norvegese è valso l’oro olimpico, quello stesso record ottenuto da lui un mese prima sarebbe stato battuto comunque dal secondo classificato dei 400 ostacoli di Tokyo 2020 ovvero l’americano Rai Benjamin.
Se vogliamo, invece, guardare nel nostro Bel Paese dobbiamo passare al ciclismo su pista dove la rappresentativa italiana è stata capace di ottenere due record del mondo in due giorni. Prima nella semifinale per volare verso la battaglia per l’oro mentre il giorno dopo il gruppo guidato da uno stratosferico Filippo Ganna ha abbattuto quel record del mondo ottenuto 24 ore prima.
I motivi, l’innovativa pista nipponica
Record su record ma hanno una spiegazione? La prima che viene in mente è sicuramente lo sviluppo tecnologico per quanto riguarda le strutture olimpiche giapponesi. La pista di atletica creata per le olimpiadi nipponiche sono state al centro di tante discussioni. Secondo l’azienda che ideato e realizzato la pista, questa ha avuto un impatto pari fino al 2% sulle prestazioni degli atleti impegnati. Costata circa un milione e mezzo di dollari, la pista è stata sviluppata in tre anni ed ha la particolare capacità assorbire gli urti delle falcate e a restituirne la spinta come mai era successo prima.
Le scarpe
La pista, però, non è l’unica innovazione tecnologica arrivata in occasione delle olimpiadi di Tokyo. Anche le scarpe messe a disposizione degli atleti hanno fatto la loro importantissima parte. L’innovazione nata dalle menti di Nike con la sua tecnologia Vaporfly (ovvero con la caratteristica di influire fino al 4 per cento sull’energia spesa durante la corsa) è stata poi “copiata” da tutto il resto del settore. Una innovazione che avrebbe giocato un ruolo a dir poco fondamentale nell’abbattimento di molti record del mondo nell’atletica leggera.
Non solo tecnologia
Una cosa, infine, c’è da dire: non è tutto merito dell’innovazione tecnologica. Gli atleti hanno saputo incanalare le loro energie al meglio dopo un anno a dir poco difficile non solo per lo sport ma per il mondo intero. Meno allenamenti e di conseguenza meno gare potevano portare questi giochi olimpici ad essere tra i meno emozionanti della storia recente. In realtà saranno ricordati per essere quelli che hanno visto il più alto numero di record del mondo abbattuti. Il tutto grazie a questi stupendi atleti che hanno dato il massimo senza fermarsi mai.