A partire dallo scorso settembre, in Inghilterra, ha iniziato a circolare una forma mutata di Covid 19. Non ha creato grossi problemi fino a una settimana fa quando ha iniziato a rinforzarsi e a causare l’aumento esponenziale dei contagi. Numeri che hanno indotto il premier Boris Johnson a fare marcia indietro sulle concessioni per le festività natalizie e a indire un nuovo lockdown per Londra e il sud est dell’Inghilterra. Sono queste, infatti, al momento, le zone più colpite. La diffusione di questa variante inglese del Covid deve metterci in allarme? Cerchiamo di fare chiarezza per quanto possibile.
Covid 19 e la diffusione della variante inglese
Le informazioni su questa nuova variante, infatti, sono ancora poche. Si sa, per esempio, che la sequenza del genoma presenta 17 mutazioni. Tante per una sequenza ma bisogna considerare che sono, in realtà, la somma di più mutazioni avvenute nel tempo. Una di queste riguarda la proteina spike che è il ponte che il virus utilizza per entrare nelle cellule umane. In definitiva la proteina spike è responsabile della contagiosità del virus. Da quanto analizzato finora, questa mutazione consentirebbe al virus di aumentare del 70% la sua velocità di contagio. Quanto a una maggiore aggressività di questa variante, non esistono ancora evidenze scientifiche.
Allarme infondato?
Per orientarsi meglio nel mare magnum delle informazioni che ci arrivano focalizziamoci su alcuni punti essenziali:
- maggiore velocità di contagio non vuol dire necessariamente maggiore aggressività del virus. Se, in conseguenza a questa mutazione, registreremo un considerevole aumento dei contagi non è detto che avremo un corrispondente aumento di malati in terapia intensiva;
- la mutazione non dovrebbe compromettere la validità dei vaccini. Le mutazioni nei virus sono eventi fisiologici e la mutazione avvenuta in questo specifico caso, a detta dei virologi, non dovrebbe invalidare i vaccini fin qui realizzati.
Sono tante, infatti, le mutazioni che il Sars-Covid-2 ha subito in questi mesi, a partire dalla sua diffusione in Cina fino a oggi.
La diffusione del virus mutato
La variante inglese del Covid 19 ha iniziato a circolare già da novembre, tanto che sono stati individuati tre casi di contagio in Danimarca e uno in Australia. Nel nostro Paese sono risultati positivi passeggeri provenienti da Londra e atterrati a Bari, Roma e Napoli. Di conseguenza si sta procedendo in tre direzioni: il contact tracing attraverso il recupero delle liste passeggeri dei voli dall’Inghilterra, l’analisi dei tamponi per individuare positivi dalla nuova variante, il blocco dei voli da e per la Gran Bretagna. Ciò che, invece, dobbiamo continuare a fare tutti noi è rispettare le regole che abbiamo imparato in questi mesi: uso della mascherina, distanziamento e lavaggio frequente delle mani.
In copertina Foto di Gerd Altmann da Pixabay