(Adnkronos) – La Cina teme “un aumento delle infezioni da Covid-19, che potrebbe aumentare il rischio di mortalità nei casi gravi tra persone vulnerabili come lo sono gli anziani e quelli con malattie croniche”. Lo ha affermato il portavoce della Commissione sanitaria nazionale Mi Feng nel corso di una conferenza stampa, sottolineando che la variante dominante in Cina potrebbe diventare quella del ceppo JN.1 che viene importata dall’estero.
La situazione è destinata a peggiorare nei prossimi mesi, sempre secondo la Commissione sanitaria nazionale, a causa del movimento della popolazione cinese prima e dopo il Festival di primavera.
Il Global Times cita poi gli esperti che hanno previsto che in Cina si continuerà a registrare una circolazione alternata o simultanea di varie malattie respiratorie quest’inverno e nella prossima primavera. Questa situazione rischia di esercitare pressione sul sistema di servizi medici rurali che sono relativamente fragili in termini di trattamento delle emergenze.
Covid: JN.1 nel mirino
A causa della sua rapida diffusione, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha intanto classificato la variante di Sars-CoV-2 JN.1 come ‘variante di interesse’ (Voi) separata dal lignaggio BA.2.86, alias Pirola.
In precedenza era stata classificata Voi come parte dei sottolignaggi BA.2.86. Lo ha reso noto l’Oms il 19 dicembre scorso sottolineando che, “sulla base delle evidenze disponibili, il rischio aggiuntivo per la salute pubblica globale rappresentato da JN.1 è attualmente valutato come basso.
Nonostante ciò – ammonisce però l’agenzia – con l’inizio dell’inverno nell’emisfero settentrionale, JN.1 potrebbe aumentare il carico di infezioni respiratorie in molti Paesi”. L’Oms “sta monitorando continuamente le evidenze e aggiornerà la valutazione del rischio JN.1 se necessario”, riferisce la nota.
L’agenzia Onu sottolinea inoltre che “gli attuali vaccini continuano a proteggere dalla malattia grave e dalla morte, da JN.1 e da altre varianti circolanti di SarS-CoV-2”. L’Oms ammonisce infine che “Covid-19 non è l’unica malattia respiratoria in circolazione. L’influenza, il virus respiratorio sinciziale (Rsv) e la polmonite infantile comune sono in aumento”.
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