Dopo la variante inglese del Covid 19, già allo studio degli esperti, ecco spuntarne una nuova proveniente dal Sudafrica. Una versione diversa da quelle già sequenziate e che si sta rivelando più contagiosa. Le mutazioni, in realtà, sono un fenomeno fisiologico: vale a dire che il virus può mutare. Si calcola che solo in Italia, dall’inizio dell’anno a oggi, si siano realizzate ben 12 mutazioni. Questo non vuol dire che la lotta al virus si debba trasformare in un’eterna rincorsa e le regole individuate finora sono sempre valide.
Il virus può mutare: perché
Partiamo dal considerare che un virus è sostanzialmente un parassita, un organismo, cioè, che ha bisogno di “appoggiarsi” a un altro essere vivente per assicurarsi la sopravvivenza. Nel momento in cui un virus entra in un organismo, tra i due si ingaggia una lotta: se il sistema immunitario riesce a elaborare una risposta, il virus muore, in caso contrario a essere danneggiato, o a morire addirittura, è l’organismo ospitante. Nel momento in cui vengono messe in atto strategie per evitare la diffusione del virus, questi, per assicurarsi la sopravvivenza, elabora, in maniera del tutto naturale, nuove strategie per propagarsi.
Leggi di natura
Le norme di sicurezza che gli esperti hanno individuato nei mesi scorsi come l’uso delle mascherine, il distanziamento e il lavaggio frequente delle mani hanno avuto un forte effetto sulla diminuzione dei contagi. Un dato che non è sfuggito al microorganismo il quale, come risposta, ha apportato i cambiamenti necessari per continuare il suo viaggio nel corpo degli uomini. La mutazione di un virus, quindi, risponde a una semplice legge di natura: la sopravvivenza. Va fatta, però, un’altra considerazione. Proprio in virtù della legge del parassitismo, la morte dell’organismo ospitante il virus comporta la morte del virus stesso. Per cui la relazione migliore per un virus è quella nella quale è assicurata non solo la sua sopravvivenza ma anche quella del suo ospite.
Più contagioso ma non più aggressivo
Alla luce di questo semplice ragionamento si capisce come muta un virus come il Covid. Quante volte abbiamo sentito nominare, soprattutto negli ultimi giorni, la proteina spike. Quel tratto di sequenza coinvolto nella mutazione e che costituisce il gancio utilizzato dal virus per entrare nell’organismo umano. Il virus potenzia, dunque, la sua capacità di diffondersi ma non necessariamente la sua aggressività, cioè la capacità di uccidere il suo ospite. Sulla immutata aggressività della nuova versione del virus sembra concordare, infatti, la maggioranza dei virologi. Come sembra concordare sull’efficacia, su queste recenti varianti, dei vaccini già approvati. E’ importante, quindi, non cedere al panico di fronte a eventi simili ma continuare a seguire le regole fissate che al momento sono quelle che stanno dando più risultati.
In copertina foto di Pete Linforth da Pixabay