“Un vero ribelle conosce la paura ma sa vincerla.”
Morto lo scrittore cileno Luis Sepulveda, il Covid 19 lo ha portato via dopo settimane di lotta. L’ingiusto epilogo a una vita intensa vissuta come il più doloroso e appassionato dei romanzi, intrisa di forti ideali e da un amore speciale. Se ne va uno scrittore eccezionale, un attivista politico, in convinto ambientalista.
“Alle spalle dobbiamo avere solo la chitarra e i ricordi.”
La morte di Luis Sepulveda per il Covid 19
Lo scrittore cileno era stato ricoverato nell’ospedale di Oviedo lo scorso 29 febbraio insieme alla moglie Carmen Yáñez. Entrambi erano di ritorno da un festival della letteratura in Portogallo e avevano accusato i sintomi classici del Coronavirus. Mentre la Yáñez era guarita nel giro di due settimane, il marito, dopo un primo miglioramento, si era aggravato. Prima di spegnersi è riuscito a salutare Pelusa, l’amore della sua vita. Le sue ceneri, appena la situazione lo consentirà, saranno sparse nella sua adorata Patagonia.
“I miei sogni sono irrinunciabili, sono ostinati, testardi e resistenti.”
L’uomo…
Per Sepulveda lo scrittore e l’uomo formano un unicum straordinario. La sua vita somiglia al più avventuroso dei romanzi: a cominciare dalla sua venuta al mondo in una stanza d’albergo da due genitori in fuga dopo che il padre era stato denunciato dal nonno materno. Sarà quest’ultimo, anarchico, a crescerlo insieme a uno zio, anch’egli anarchico. La sua natura inquieta lo portò in Bolivia dove si arruolò nell’esercito di liberazione nazionale e di nuovo in Cile dove si iscrissee al partito socialista ed entrò a far parte della guardia personale del presidente Salvador Allende. Un altro capitolo incredibile della sua storia lo vuole presente nel palazzo presidenziale durante il golpe di Pinochet l’11 settembre 1973. Luis fu arrestato e torturato. Grazie alle pressioni di Amnesty International fu rilasciato in quell’occasione e anche in seguito quando con il suo teatro portò alla ribalta il triste tema dei desaparecidos cileni. A quel punto dovette lasciare il Cile per stabilirsi in Svezia. L’Europa, però, dovrà aspettare ancora per vederlo perché il drammaturgo preferirà stare ancora un po’ in sud America, tra Ecuador, Brasile e Pararugay. Straordinarie avventure animate da un grande amore, quello per la sua Pelusa, anche questo degno di un romanzo. I due si conoscono giovanissimi, si sposano e hanno il loro figlio Carlos; l’avvento di Pinochet li separa, entrambi sono torturati e sopravvivono per miracolo, entrambi si stabiliscono in Europa dove si rincontreranno dopo diversi anni e da allora sarà fino a che morte non li separi.
“Fedeltà: alla vita che non si può mai tradire e anche ai legami d’affetto che il tempo non può spezzare.”
e lo scrittore
Se la vita dello scrittore è stata un romanzo, nelle opere dello scrittore c’è la sua vita, i valori che l’hanno sostenuta le battaglie che l’hanno attraversata. Il romanzo tra i più famosi di Luis Sepulveda è Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Una storia di formazione che testimonia l’impegno costante di Sepulveda per la natura e l’ambiente. Tutti i romanzi dello scrittore cileno riportano un legame forte tra uomo e natura, un rapporto che si perde sotto la scure di un progresso male interpretato, di un progresso che è velocità. Un senso di crescita oscuro che sta tragicamente portando il mondo alla fine del mondo.