Grazie ai voli low-cost milioni di aeroplani sono sempre in viaggio per trasportare avanti e indietro i nomadi del XXI secolo, una umanità instabile, impaziente ed eternamente insoddisfatta che vuole tutto perché ha bisogno di tutto, senza limiti di sazietà: obesità alle stelle, inquinamento scriteriato e consumi esasperati di tutte le risorse disponibili. Eppure un piccolo virus è riuscito a mobilitare l’intera comunità mondiale imponendo uno stop immediato a una infinità di attività e abitudini.
Paolo Goglio, presidente della associazione Amore con il Mondo ODV che cura le tematiche di sensibilizzazione sulla qualità della vita derivanti dal rapporto uomo-ambiente, illustra un insieme di situazioni paradossali e controproduttive:
“Oggi assistiamo ad una precisa dimostrazione di solidarietà ed efficienza su scala mondiale, un esempio di globalizzazione che dimostra esplicitamente che, quando la comunità internazionale decide di attivarsi per affrontare un problema che la coinvolge direttamente, sa attivarsi in tempi immediati a costo di fermare l’intero meccanismo di produttività e interazione sociale. Persino le guerre si sono fermate, la criminalità è diminuita dell’80% e l’inquinamento in alcune zone topiche del pianeta si è quasi azzerato. E allora perchè di fronte alle reiterate e incontrovertibili richieste di attenzione relative alle cause che determinano il riscaldamento climatico, l’inquinamento e lo sfruttamento, l’utilizzo di prodotti dannosi per l’ambiente e quindi anche per l’uomo che vive e popola l’ambiente, prevalela più totale indifferenza?”, denuncia Paolo Goglio.
“Perché da decenni la deforestazione avanza, i combustili fossili sono ancora ricercati e utilizzati, i consumi sono sempre e solamente incentivati da pubblicità ingannevoli e dati falsificati, perché i grandi paesi si sottraggono all’impegno di diminuire l’inquinamento? Perché non possono diminuire la produzione, perché gli allevamenti intensivi e lo sfruttamento delle acque non sono controllati, perché le reti telematiche sono sempre più diffuse e potenti nonostante gli studi dimostrino la loro pericolosissima letalità?” si chiede ancora il presidente di Amore con il Mondo.
Sono veramente tante le domande che possiamo farci in un momento in cui il mondo scopre di potersi fermare, ma questa non deve essere solamente una pausa di riflessione nell’attesa di poter tornare nuovamente a riconsumare tutto come se fossimo immersi in un gigantesco frullatore in cui necessitiamo di cambiare auto, telefono, televisore e computer ogni 2-3 anni. In cui tutti girano come moscerini impazziti per scattare selfie da condividere in ogni angolo del mondo, gli abiti vanno fuori moda quando è finita la stagione e i passatempi vanno a ruba perchè nessuno sa come ingannare il tempo.
Un apprendimento importante
Paolo Goglio vede una preziosa opportunità nel drammatico momento che stiamo attraversando:
“Oggi un piccolo virus ci insegna che il tempo è la nostra unica risorsa e in particolare quel meraviglioso arco cronologico che siamo chiamati a vivere qui, sul pianeta che ci ospita con estrema abbondanza e generosità ma viene ripagato con lo sfregio di una umanità psicotica che distrugge la terra, l’aria, l’acqua, le specie animali e vegetali, distrugge la ragione e l’intelletto, la razionalità, il senso della vita e la gratitudine che dovremmo riconoscere alla vita stessa.
Possiamo tuttavia accogliere questa dura lezione su scala mondiale per rivedere moltissime abitudini planetarie, ricalibrare il criterio di ricchezza, riposizionare le priorità e i valori, cercando di definire una scala diversa in cui, nel futuro, questo momento storico possa essere ricordato come un momento di svolta in cui tutti sono scesi dal proprio pulpito per scoprire le cose più semplici: è possibile fermare il frullatore, spegnere la produttività, fermare gli spostamenti, scambiare il denaro del mancato guadagno con il tempo che ci costringe a restare fermi, magari chiusi con il proprio nucleo familiare senza neppure la possibilità di recarci al centro commerciale per fare shopping compulsivo, senza spendere cifre abnormi per una partita di calcio o un concerto, cucinare in casa anzichè affollare i fast-food o i ristoranti d’élite.
Nel frattempo tutte le aree geografiche interessate dalla diffusione del Coronavirus Covid-19 hanno già quasi azzerato l’inquinamento: questi sono segnali da leggere e interpretare con estrema attenzione! Perchè quando l’epidemia sarà superata, quando le case farmaceutiche avranno prodotto e diffuso un rimedio per debellarla, i grandi potenti torneranno ad ignorare le richieste di attenzione e i grandi canali di comunicazione torneranno ad incentivare i consumi, gli spostamenti e la presunta necessità di ritornare ad una vita normale. Ma di normale, attualmente, non c’era già più nulla!
La vita è da sempre giocata, basata e strutturata su precisi equilibri, talmente precisi che, come dice una nota teoria relativistica, il battito d’ali di una farfalla è sufficiente per alterare il corso del clima per sempre.
Non sono aneddoti! E’ un preciso modello matematico basato su equazioni differenziali alle derivate parziali, il famoso Effetto Farfalla (it.wikipedia.org/wiki/Effetto_farfalla). Sono le basi della scienza attuale che non è altro che il livello della conoscenza attuale” ..
Lo stesso Coronavirus Covid-19 che sta mettendo in ginocchio l’intero pianeta un domani sarà debellato e curato con un tradizionale vaccino o farmaci e rimedi di grande semplicità, ma è importante capire e soprattutto sentire come lo stato della conoscenza attuale sia provvisorio, esattamente come sono stati numerosi altri passaggi cognitivi nella storia dell’umanità.
La scienza delle correlazioni
Fino a pochi anni fa, negli anni 70, si vendevano come giocattoli le piccole centrali nucleari dove i bambini e i ragazzi potevano divertirsi a sperimentare la radioattività con plutonio, radio e uranio. Si chiamava Atomic Energy Laboratory (https://en.wikipedia.org/wiki/Gilbert_U-238_Atomic_Energy_Laboratory) e fu messo in commercio fra il 1951 e il 1952 dalla Gilbert Hall of Science alla modica cifra di 50 dollari, che oggi non sono pochi ma ai tempi erano un capitale.
Nel 1954, Gilbert scrisse che il governo aveva incoraggiato lo sviluppo del set perché riteneva che il laboratorio avrebbe aiutato la comprensione pubblica dell’energia atomica e ne avrebbe sottolineato gli aspetti costruttivi. Gilbert difese anche il suo Atomic Energy Laboratory, affermando che era sicuro, accurato e che alcuni dei migliori fisici nucleari del paese avevano lavorato al progetto.
Allo stesso modo venivano vendute a scopo terapeutico della salubri boccette di acqua radioattiva che poteva anche essere prodotta autonomamente grazie a degli emanatori che energizzano l’acqua rendendola salutare arricchendola di sostanze radioattive. “Più di 100.000 utilizzatori bevono l’acqua radioattiva di Revigator nel Texas”.
Ecco quindi che la correlazione tra la scienza e la vita reale aveva, in questi tempi più che recenti, un ruolo gravemente deformante che non solo alterava la percezione della realtà ma arrivava persino a procurare gravissimi danni. Quello che veniva reclamizzato come un prodotto per la salute si rivelava essere l’esatto contrario. E questo perchè c’è una seconda correlazione da tenere in considerazione: quella del business.
Sembra quasi che esista una precisa regola di mercato prioritaria rispetto alle leggi, rispetto al buon senso, rispetto all’etica, rispetto alla logica e molto spesso rispetto alla salute.
I tempi, più o meno, sono sempre gli stessi:
- si scopre qualcosa di nuovo
- come prima cosa si cerca di diffonderlo su larga scala in nome del business che ne consegue
- poi col tempo, eventualmente, sarà abolito oppure normatizzato diversamente
- nel frattempo sono stati procurati enormi danni spesso irreparabili
D’altra parte uno dei business più significativi di tutti i tempi è stata una bevanda che ancora oggi porta il nome della sua ricetta di origine: la Coca Cola è nata come bevanda realmente a base di cocaina, in un’epoca in cui la cocaina era venduta come normale prodotto energizzante:
“Questa bevanda intellettuale e questa bibita della temperanza contiene il valido tonico e le proprietà nervo stimolanti della pianta di Coca e della noce di Cola e non è solamente una bibita energetica (…) ma un valido tonico per la mente e una cura per le affezioni nervose: mal di testa, nevralgia, isterismo, malinconia…”
Allo stesso modo un altro colosso mondiale, questa volta nel campo farmaceutico, la BAYER, aveva nel suo asset di prodotti l’eroina: “Elisir balsamico contro la tosse, tosse secca, tosse umida, catarro… bronchiti”.
Le correlazioni tra i vari reparti di produzione, ricerca, distribuzione, pubblicità e poi, eventualmente, reali ed effettivi test in grado di rendere l’effettivo e reale rapporto causa-effetto tra un prodotto o una azione e l’umanità che avrebbe dovuto beneficiarne, sono sempre e da sempre alterate da una sequenza temporale in cui prima viene il business e poi, lentamente, la ricerca che definisce la sua eventuale controndicazione.
“E’ clamorosamente ingiusto incolpare le generazioni precedenti che sono, al contrario, le prime nella storia dell’umanità ad aver avviato campagne di tutela del patrimonio ambientale.” Paolo Goglio riporta così una relazione sugli sviluppi dell’attivismo ambientalista: “In un’epoca in cui non c’erano il web, i social e il telefonino gli ambientalisti anni ‘70 hanno fermato il nucleare in Italia e oggi siamo tra i pochi paesi industrializzati al mondo a non aver accolto gli immensi coni di raffreddamento dei reattori, abbiamo istituito migliaia di riserve naturali e definito centinaia di leggi a tutela del bracconaggio, dell’edilizia abusiva e dello sfruttamento costiero.
Ma le generazioni attuali sono assuefatte al tutto e subito, sono abituate ad assembrarsi per manifestare contro qualcosa e contro qualcuno propagando, esattamente come virus, un senso di impotenza e sofferenza che aumenta solamente il livello di insoddisfazione nei confronti della vita, senza per questo portare il beneficio di una speranza.”
Le conclusioni
Il Covid-19 ha certamente danneggiato molti paesi, molte persone, molte comunità e molte aree, ma se osserviamo quello che sta accadendo potremmo renderci conto che il vero contagio è quello che ci ha portato ad essere una umanità globalmente accecata dal potere, malata di denaro e di consumi, centrata sull’avere, sul fare, sul possedere, sul conquistare e mai sull’essere.
Ora c’è una speranza: che la consapevolezza di poterci fermare possa portarci, nel post-coronavirus, a ripartire in un modo diverso, consapevoli che le forze si possono unire, che i paesi possono fare qualcosa, se solamente decidono di farlo. Possono cambiare molte cose perchè molte cose, già oggi, stanno cambiando.
Facciamo fronte, con estremo impegno, a questa grave epidemia su scala mondiale ma poi, forti della dura lezione, facciamo fronte definitivo e risolutivo agli immensi danni causati dalla globalizzazione. Possiamo fermare un piccolo bacillo e lo faremo, fermiamo anche il vero, principale male, alla radice del sistema: quella incapacità di fermarsi per dire basta all’autodistruzione planetaria.