Italia in ripartenza dall’emergenza Covid 19. Da oggi, 4 maggio, in Italia prende il via ufficialmente la fase due dell’emergenza sanitaria. Una ripresa che deve essere vissuta all’insegna della prudenza onde evitare una recrudescenza dei contagi e una nuova chiusura dalla quale l’intero Paese potrebbe non riprendersi.
La ripartenza dell’Italia nonostante il Covid 19
Il giorno che tutti aspettavamo, il 4 maggio, è arrivato. Con oggi l’Italia esce ufficialmente dalla più stretta emergenza Covid 19 e si appresta a tornare alla normalità. Una data simbolica per l’intero Paese che si avvia a un periodo delicato, quello di una nuova vita accanto al virus. E poi c’è una città d’Italia dove il 4 maggio è una data simbolica per “mano di legge”, un modo di dire che è entrato di prepotenza nel suo vocabolario.
Il 4 maggio a Napoli
Correva l’anno 1587 quando il viceré don Juan de Zuniga introdusse una norma che voleva rimanesse a lungo nei costumi dei napoletani. Ci andò vicino. Era il tempo della dominazione spagnola in Italia, Napoli non conosceva ancora i fasti dei Borbone ma il rappresentante del potere ispanico nel nostro Paese aveva una certa “preoccupazione” per l’ordine pubblico. Non gradiva che ogni giorno, in giro per la città potessero circolare intere famiglie che, con i loro carretti pieni di vettovaglie, andassero in cerca di una nuova casa. E così introdusse la giornata dei traslochi, una giornata, uguale per tutti, in cui fosse possibile trasferirsi da un’abitazione all’altra. In realtà la norma esisteva già, l’avevano introdotta, probabilmente, gli antichi romani. Avevano stabilito che il mese dedicato ai traslochi e agli sfratti fosse agosto e a Napoli toccasse il giorno 10. Col tempo però l’usanza si era persa e ognuno faceva un po’ come poteva. Il viceré spagnolo ritenne, a giusta causa, che agosto, con quelle torride temperature, non fosse il mese più indicato per un’operazione così stancante e optò per maggio. Scelse il primo maggio. Una scelta infelice, in verità, che rese questa norma puntualmente disattesa. Don Juan de Zuniga non aveva fatto i conti con la devozione dei napoletani. Il primo maggio ricorre, infatti, la festa dei Santi Filippo e Giacomo ed era tradizione per il popolo napoletano recarsi in visita nella splendida chiesa a loro dedicata nel centro storico. Quale trasloco volete che facessero? A porre rimedio alla questione ci pensò, nel 1611, don Pedro de Castro che spostò la data dal primo al quattro maggio. Data congeniale che non solo superava la ricorrenza religiosa ma si poneva anche al centro tra le due delle tre scadenze annuali per il pagamento del canone di affitto, il 4 gennaio e il 4 settembre.
Il 4 maggio 2020
Da allora quella del 4 maggio è rimasta la data di scadenza per i contratti di locazione. La data in cui si fanno i traslochi. I traslochi si sa portano una gran confusione, oggetti da impacchettare, scatoli da trasportare, tanta polvere e tanto trambusto. Ci è voluto poco quindi che nella fantasiosa città partenopea, fare un trasloco si dicesse fare “nu quatto e maggio”. E non finisce qui, a Napoli fare “nu quatto e maggio” significa anche fare le pulizie di primavera, quelle in cui si spostano i mobili; significa sbarazzarsi di cose vecchie o, come si dice più elegantemente, fare decluttering. Allora, poiché le petizioni sono tanto di moda oggi per le questioni più disparate, perché non promuoverne una che proclami il 4 maggio la giornata mondiale del decluttering?