Il 2020, l’anno della pandemia, ha portato in superficie e esacerbato in tutta Europa l’intolleranza nei confronti di minoranze etniche, religiose e comunità LGBTQI+1. Fenomeno già ampiamente diffuso in Italia come nel resto del Vecchio Continente. In dieci anni i crimini d’odio registrati nel nostro Paese dal ministero dell’Interno sono esplosi passando da 134 a1119 nel 2019, dei quali oltre il 70% di matrice razziale e religiosa2. Quasi 300 i casi segnalati invece dalle associazioni della società civile3. E in tempi di distanziamento, complice l’anonimato garantito da Internet, in rete sono proliferati i discorsi d’odio, spesso alimentando teorie cospirazioniste e disinformazione circa le origini del virus4. È in un contesto come questo che COSPE ha lanciato – in occasione della Giornata europea delle vittime d’odio5 – la campagna Stand Up For Victims Rights*per sostenere le vittime di aggressioni,fisiche e verbali, motivate da pregiudizi basati su nazionalità, colore della pelle, religione, orientamento sessuale e identità di genere.
«Diciamo alle persone che hanno subìto violenze che non sono sole, che possono e devono denunciare. A chi è testimone di aggressioni chiediamo invece di non abbassare lo sguardo perché l’indifferenza rende complici», commenta Alessia Giannoni, direttrice Dipartimento Programmi Italia di COSPE.
L’iniziativa da un lato mira a sensibilizzare e informare l’opinione pubblica su un fenomeno che ha ormai assunto proporzioni allarmanti e dall’altro intende fornire strumenti concreti per combattere razzismo, omotransfobia, islamofobia e antisemitismo.
Se l’informazione è la prima arma contro l’odio, è essenziale che le vittime siano consapevoli dei propri diritti. Per questo l’organizzazione non profit ha curato la realizzazione di opuscoli («Conosci i tuoi diritti») capaci di spiegare con semplicità cosa si intende quando si parla di crimini d’odio e cosa sono in particolare razzismo, omotransfobia, islamofobia e antisemitismo. Oltreché sui canali social, le brochure verranno diffuse, in formato cartaceo, attraverso una rete capillare di associazioni che difendono i diritti umani.
Ogni opuscolo include una mappa dei servizi sul territorio ai quali rivolgersi per chiedere supporto: sportelli, consulenze legali, sostegno psicologico, helpline, associazioni, istituzioni.
«Se sei vittima di un’aggressione recati subito al pronto soccorso e assicurati che il referto medico certifichi i danni subiti», «se vuoi presentare una denuncia ma non puoi permetterti un avvocato, rivolgiti a un sportello legale per accedere al gratuito patrocinio». Sono alcune delle indicazioni contenute nel vademecum delle azioni da intraprendere se si subisce o si assiste a un crimine d’odio. Uno strumento utile che può aiutare a superare la paura e il sentimento iniziale di impotenza e spingere a chiedere aiuto e denunciare.
I VIDEO – «L’ODIO LASCIA SEMPRE IL SEGNO. NON RESTARE INDIFFERENTE»
Nei video realizzati per la campagna, gli insulti feriscono letteralmente i volti dei protagonisti fino a farli sanguinare. «L’odio lascia sempre il segno. Non restare indifferente» non a caso è lo slogan che accompagna le quattro clip, dedicate a razzismo, omotransfobia, islamofobia e antisemitismo.
IL FESTIVAL DI AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA – MUSICA E DIRITTI
Stand Up for Victims Rights è stata presentata al pubblico lo scorso 22 luglio a Rosolina Mare (Rovigo) nell’ambito del festival Voci per la libertà – una canzone per Amnesty promosso da Amnesty International Italia, che è partner della campagna. Un festival di musica e diritti che si è concluso con l’esibizione dei Negramaro, vincitori del premio Amnesty International Italia Sezione Big di questa edizione
«Musica e arte sono potenti alleate nella lotta per i diritti umani e contro ogni forma di discriminazione. Da sempre musicisti e artisti hanno usato la loro arte per denunciare ingiustizie e ispirare generazioni ad attivarsi in difesa delle vittime. Per questo siano molto felici che Cospe abbia scelto di lanciare la campagna Stand Up proprio all’interno di Voci per la Libertà, dove il rispetto dei diritti umani va da sempre al passo con la buona musica», dichiara Francesca Cesarotti, direttrice dell’ufficio Educazione ai diritti umani di Amnesty International Italia.