Durante l’intervento al Festival di Focus il dottor Andrea Crisanti, immunologo dell’Università di Padova, ha parlato dell’arrivo del vaccino anti Covid scatenando le polemiche. “Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio“, ha dichiarato. Le sue frasi, più tardi parzialmente riviste (“Non sono contrario al vaccino, ma senza aver letto i dati non lo farò”), hanno suscitato diverse reazioni nel mondo accademico e della ricerca. Il presidente dell’Aifa, Nicola Magrini, ha parlato di “parole gravi” che “recano un danno grave al Paese oltre che a se stesso”.
Covid 19 e vaccino, la risposta dell’Aifa alle polemiche di Crisanti
Il numero uno dell’agenzia italiana del farmaco non ha avuto mezze misure nei confronti di Crisanti. “Le affermazioni attribuite al professor Crisanti sono molto gravi, in quanto provengono da una persona che ha spesso parlato da esperto in questa pandemia, ma, da quello che dice, non lo sembra affatto – ha detto Magrini -. L’affermazione più grave, in quanto falsa, riguarda le fasi degli studi clinici che potrebbero essere state saltate: gli studi clinici sui vaccini anti Covid-19 hanno effettuato tutte le fasi di validazione e valutazione“. Secondo il Dg di Aifa “il professor Crisanti con le sue parole reca un danno grave al Paese, oltre che a sè stesso. Avendo visto tanti volontari, anche giovani, in tutto il mondo che si sono offerti per studi di fase I su questi nuovi vaccini, ricordo a tutti che la ricerca clinica si basa eticamente sulla fiducia, la generosità dei pazienti, una buona metodologia di ricerca che rende credibile l’intero sistema delle pubblicazioni scientifiche e delle agenzie regolatorie del farmaco“.
Locatelli: “Se ci fosse un vaccino oggi, lo farei”
Per il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, “i profili di sicurezza dei vaccini che verranno resi commercialmente disponibili seguiranno, per quanto in una situazione emergenziale, tutta una sere di step ineludibili garantiti dalle agenzia regolatorie. Quindi è bene ricordare sempre la responsabilità di affermazioni che poi possono avere riverbero mediatico. Tutti i vaccini avranno sicurezza rispondente alla tutela dell’individuo“, ha dichiarato. Il presidente del CSS ha poi aggiunto che “l’unico modo, a parte il lockdown, per riuscire a liberarsi di sarsCov2 è creare immunità di gregge. Quindi è fondamentale la vaccinazione, come dovere morale verso se stessi e verso gli altri. Se ci fosse il primo vaccino oggi in Italia – ha concluso – lo farei senza la minima esitazione. A maggior ragione questo senso morale deve permeare il personale professionale in prima linea“.
Vaia (Spallanzani): “Con pubblicazioni e autorizzazioni io mi vaccinerò”
“Se le pubblicazioni scientifiche e le autorità regolatorie dimostreranno l’efficacia e la sicurezza del vaccino anti-Covid io mi vaccinerò“, ha detto il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. “Mi sono vaccinato per influenza e lo pneumococco perché da sempre confido nell’efficacia dei vaccino – ha aggiunto il direttore -. Non sono per l’obbligo, ma credo che occorra convincere le persone sulla bontà dei vaccini con i dati. Dobbiamo essere certi che il vaccino sia sicuro ed efficace“. Da Milano anche il virologo dell’ospedale Sacco, Massimo Galli, ha parlato della “necessità di un vaccino che porti ad un’immunità più robusta“.