“Ragionevolmente ci avviamo verso la proroga dello stato di emergenza (causa Covid n.d.r)” queste le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervenuto al primo collaudo generale del Mose di Venezia. La prima data proposta da Conte, quella del 31 dicembre, aveva riscosso diverse critiche sia dalle opposizioni, che accusavano il premier di aver concentrato nelle sue mani pieni poteri, sia da una parte dei virologi secondo i quali una misura del genere potrebbe solo generare altro panico nella popolazione. Così il premier ha ritrattato proponendo, per il termine ultimo, il 31 ottobre. Lo stato di emergenza, oltre a coprire le necessità sanitarie, è anche un potente strumento politico ed economico.
Come funziona lo stato di emergenza in Italia
Lo stato di emergenza può essere emanato in concomitanza con un disastro naturale, con una situazione sanitaria che metta a rischio la salute pubblica, in caso di disordini civili o di una dichiarazione di guerra. In Italia, lo stato di emergenza, così come regolato dalla legge n. 225 del 1992, viene proclamato dal Consiglio dei Ministri in presenza (o in imminenza) di calamità naturali o di eventi correlati all’attività dell’uomo:
- Secondo il Codice della Protezione Civile lo stato di emergenza nazionale può durare fino a 12 mesi e prorogato di altri 12;
- La Delibera che dichiara lo stato di emergenza fissa gli stanziamenti necessari per far fronte alla prima fase di difficoltà e stabilisce l’ente pubblico al quale si trasferisce la competenza per superare tale emergenza;
- La fine dello stato di emergenza è dichiarato attraverso un’apposita delibera che indica l’amministrazione pubblica che subentra nella gestione ordinaria.
Nel periodo dell’emergenza, il Governo adotta i provvedimenti necessari in deroga alle disposizioni di legge; vale a dire con carattere di urgenza senza dover seguire il consueto iter legislativo.
Le emergenze italiane nella storia
In Italia le catastrofi per le quali si dichiara più frequentemente lo stato di emergenza sono i terremoti. Ricordiamo, a questo proposito, i terremoti di Umbria e Marche nel 1997, Molise nel 2002, Abruzzo del 2009, Centro Italia 2016 e 2017.
Altro termine che spesso sentiamo è rischio idrogeologico: è quello che fa riferimento alle alluvioni di Messina nel 2009 e in Veneto del 2010, all’esondazione del Tevere del 2008 e all’emergenza neve del 2012.
L’attività vulcanica, molto vivace in alcune zone del nostro Paese, ha fatto più volte scattare l’emergenza in Sicilia per lo Stromboli e l’Etna.
I rifiuti in Campania, l’inquinamento del fiume Sarno e il disastro della Nave Concordia della Costa Crociere sono, infine, i capitoli che delle emergenze per disastri ambientali.
Proroga dello stato di emergenza Covid: si o no?
Alla cerimonia di collaudo del Mose di Venezia il presidente Conte ha ribadito che la decisione di prolungare lo stato di emergenza Covid in Italia oltre il 31 luglio non ha delle motivazioni sanitarie, bensì economiche. Il virus, secondo le parole del premier, è sotto controllo, anche se all’orizzonte si prospetta una grande sfida che è quella della riapertura in sicurezza delle scuole. Ciò che va ancora monitorato è la crisi economica che la situazione sanitaria ha innescato. Prorogare lo stato di emergenza, dunque, significa mettere il Governo “nella condizione di continuare ad adottare le misure necessarie, anche minimali“.