Coste mediterranee cartina dei rischi servita. I cambiamenti climatici possono cambiare il profilo del nostro continente. Proviamo a immaginare di stare percorrendo il lungomare della nostra città ed essere travolti da una potente mareggiata, di navigare all’altezza della Sicilia e non trovare più un piccolo isolotto delle Eolie, di non poter più visitare Venezia. Non siamo in un film di fantascienza ma in uno scenario possibile e neanche tanto lontano.
Il graduale scioglimento dei ghiacciai e il consequenziale innalzamento del livello dei mari fa sentire le sue conseguenze sui tratti costieri. Non pensiamo solo alle zone dove insistono spiagge diventate sempre più esigue ma anche ai comuni costieri che hanno nel mare il cuore delle loro attività. Parole che, diciamoci la verità, sentiamo da tanto tempo ma che ancora non abbiamo compreso appieno. Gli scenari previsti dagli esperti ci sembrano situazioni più apocalittiche che reali. Eppure qualcosa lo stiamo già vedendo.
Coste mediterranee: il progetto europeo Savethemedcoasts-2
Savethemedcoasts-2 è il progetto coordinato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) che mira a prevenire i disastri naturali provocati dalla combinazione tra innalzamento dei livelli del mare e cedimento del suolo. Per prevenire tali disastri gli esperti elaborano scenari di rischio in caso di mareggiate, tsunami ed erosione costiera. Sulla base di tali elaborazioni, poi, supportano le comunità locali nel trovare quelle che possono essere le strategie più giuste per evitare i danni provocati dagli effetti dell’innalzamento dei livelli del mare.
Giunto alla sua seconda edizione, il progetto non solo l’Italia ma anche la Spagna e la Grecia. I ricercatori si sono concentrati, in questi Paesi, sui tratti costieri ritenuti più fragili come bacini lagunari, delta di fiumi. Marco Anzidei, ricercatore INGV e coordinatore del progetto Savethemedcoasts-2, ci ha spiegato quali sono le zone più sensibili del nostro Paese caratterizzato da una così ampia varietà geologica.