13 gennaio 2012, l’isola del Giglio e l’Italia intera rimarranno per sempre segnati dal naufragio che presto verrà definito “la nostra Titanic”. 10 anni dopo il naufragio della Costa Concordia, l’isola del Giglio ancora non si è liberata completamente dai brutti ricordi di quella tragica notte.
Costa Concordia, 10 anni dopo quel 2012
Ore 21:45 del 13 gennaio 2012, il comandante della Costa Concordia Francesco Schiettino dà l’ordine di “tutta la barra a sinistra”. La grande nave da crociera sta per andarsi a scontrare contro un gruppo di scogli noto come Le Scole ma la manovra di emergenza arriva troppo tardi: la Concordia sbatte contro Le Scole ed inizia ad imbarcare una quantità senza fine di acqua.
Perché la nave è andata a scontarsi contro gli scogli? Alle 21:04 la nave lascia la rotta usuale per fare una manovra di passaggio ravvicinato (meglio conosciuta col nome di “inchino”) sotto l’Isola del Giglio: una manovra “celebrativa” ormai consolidata e prevista prima della partenza.
La Concordia, però, va troppo fuori rotta a causa di alcuni errori di calcolo e si ritrova a ridosso delle Scole. Le manovra di emergenza ordinate dal comandante Schiettino e dal primo ufficiale di coperta Ciro Ambrosio sono inutili perché ormai il danno è fatto. La nave ha subito una squarcio di oltre 70 metri e di conseguenza la nave sta affondando: è naufragio.
Il naufragio
L’acqua raggiunge in breve tempo i compartimenti 4, 5, 6 e 7 e più lentamente l’8. Anche il generatore diesel e il quadro elettrico principale entrano in contatto con l’acqua andando conseguentemente in tilt, la nave diventa ingovernabile. La Capitaneria di porto di Livorno riesce a mettersi in contatto con la nave chiedendo il suo stato. Il Comandante Schiettino, però, inizia a dichiarare che la situazione non è poi così grave e che verrà tutto sistemato in breve tempo evitando di menzionare lo scontro con gli scogli, la successiva falla e l’allagamento.
Il “fattaccio” esce allo scoperto solo alle 22:25 ovvero quasi un’ora dopo l’impatto. Viene richiestol’intervento dei soccorsi e dei rimorchiatori e viene dichiarato che tutti i passeggeri hanno indossato il giubbotto di salvataggio. Quest’ultima dichiarazione non corrisponderà poi al vero visto che in quel momento le persone all’interno della nave non avevano ancora sentito l’allarme e nessuna procedura di sicurezza era stata messa in atto. Il panico, però, era già dilagato ed in molti si erano diretti verso i mezzi di salvataggio presenti sulla nave anche andando ad aggredire il personale della nave.
“Schiettino, torni a bordo”
Questa frase è forse la più tristemente famosa di quella notte. L’ordine venne pronunciato dal capitano della Capitaneria di porto Gregorio de Falco quando quest’ultimo è venuto a sapere che il capitano della Costa Concordia Francesco Schiettino ha abbandonato la nave prima che tutti i passeggeri fossero stati tratti in salvo.
Prima di questa purtroppo “storica” frase bisogna fare un passo indietro. Alle 22:31 il Comandande Schiettino ordina l’evacuazione del personale mentre alle 22:54, dietro richiesta della Capitaneria di porto di Livorno, scatta l’ordine di l’abbandono della nave.
Proprio in questi momenti di panico per tutti, il Comandande Schiettino abbandona la nave ed indica alla Capitaneria di porto la presenza di persone in mare. Schiettino, inoltre, dichiara di essere su una lancia di dritta sulla quale era dovuto salire a causa dell’accentuato sbandamento della nave. Il tutto dichiarando di credere che “tutti fossero già in salvo”.
Le registrazioni delle telefonate, però, smentiscono il Comandante nato a Sorrento. Torniamo alla infausta telefonata col Capitano de Falco dove viene ordinato a Schiettino di tornare a bordo. Il Comandante della Costa Concordia mente dichiarando, al militare dall’altra parte del telefono, di stare coordinando le operazioni da una lancia di salvataggio, essendo ormai il relitto impraticabile. Alle 00:42 la Costa Concordia è ormai abbattuta sul lato di dritta, interamente sommerso, con uno sbandamento prossimo ai 90°.
10 anni dopo, cos’è successo dopo quella notte?
Furono 32 le vittime e 110 i feriti di questa tragedia. Schettino, poco dopo, arrestato assieme al primo ufficiale di coperta Ciro Ambrosio. Le accuse furono di naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono di nave in pericolo. Nel maggio del 2017, la Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la sentenza di condanna a 16 anni a Francesco Schettino. L’ormai ex Comandante è stato anche interdetto per sempre dai pubblici uffici.