Il governo guidato da Giorgia Meloni ha presentato una proposta di riforma costituzionale che introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio. La riforma, che deve ancora essere approvata dal Parlamento, prevede che il capo del governo sia eletto contestualmente alle elezioni politiche per il rinnovo di Camera e Senato e che il suo mandato dura cinque anni. La proposta di riforma ha suscitato un ampio dibattito, con posizioni contrastanti tra i partiti politici e tra gli esperti.
I sostenitori della riforma sul premierato
I sostenitori della riforma sostengono che questa sia necessaria per garantire una maggiore stabilità politica e democratica all’Italia. In base al sistema attuale, il presidente del Consiglio è eletto dal Parlamento, che può decidere di sostituirlo in qualsiasi momento. Questo sistema, secondo i sostenitori della riforma, ha portato a una frammentazione politica e a una frequente instabilità dei governi.
L’elezione diretta del presidente del Consiglio, invece, darebbe ai cittadini la possibilità di scegliere direttamente il capo del governo, aumentando così la loro fiducia nelle istituzioni e la loro partecipazione alla vita politica. Inoltre, un mandato di cinque anni garantirebbe al presidente del Consiglio un tempo più lungo per attuare il proprio programma di governo.
I critici della riforma
I critici della riforma sostengono che questa sarebbe dannosa per la democrazia italiana. In base al sistema attuale, il Parlamento è eletto dai cittadini e ha il compito di scegliere il presidente del Consiglio. L’elezione diretta del presidente del Consiglio, invece, darebbe ai cittadini un potere eccessivo, che potrebbe portare a una deriva populista.
Inoltre, i critici della riforma sostengono che questa sarebbe controproducente per la stabilità politica. Un presidente del Consiglio eletto direttamente dai cittadini potrebbe avere maggiori difficoltà a trovare un’ampia maggioranza in Parlamento, rendendo più probabile la formazione di governi di minoranza o di coalizioni fragili.
La posizione del governo Meloni
Il governo Meloni sostiene che la riforma è necessaria per “garantire il diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare, mettendo fine alla stagione dei ribaltoni, del trasformismo e dei governi tecnici“. Secondo il governo, l’elezione diretta del presidente del Consiglio darebbe ai cittadini la possibilità di scegliere un leader forte e determinato, in grado di governare il paese con stabilità e continuità.
Il percorso della riforma
La riforma costituzionale deve ancora essere approvata dal Parlamento. Il governo Meloni ha presentato il testo della riforma alla Camera dei deputati, che inizierà l’esame del provvedimento il 10 novembre 2023.
L’approvazione della riforma richiede una maggioranza qualificata di due terzi dei componenti di ciascuna Camera. Se la riforma sarà approvata dal Parlamento, dovrà poi essere sottoposta a referendum popolare.
La proposta di riforma costituzionale del governo Meloni è una misura controversa che ha suscitato un ampio dibattito. La riforma, se approvata, avrebbe un impatto significativo sul sistema politico italiano, sia dal punto di vista istituzionale che politico.
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