Gli ultimi anni sono stati all’insegna della pandemia. Il Covid 19 non ha solamente avuto conseguenze da un punto di vista sanitario ma soprattutto sociale e lavorativo. Tante, infatti, sono state le famiglia (e le persone) che hanno perso il loro posto di lavoro ed entrando nella “zona” della povertà (in casi estremi anche nella povertà assoluta). Molte sono state le discussioni con relative soluzioni proposte tra cui il reddito di base ma cos’è?
Cos’è il reddito di base?
È un reddito erogato in modo incondizionato a tutti, su base individuale, senza alcuna verifica della condizione economica o richiesta di disponibilità a lavorare.
Questa è la “definizione” di reddito di base. Un tema che da circa 30 anni convegni europei e mondiali, organizzati dalla rete di coordinamento BIEN (Basic Income Earth Network), è sempre al centro delle discussioni. Attenzione, però, esistono molti altri strumenti che sembrano simili al reddito di base ma che in realtà hanno delle notevoli differenze:
- Reddito minimo garantito: È un reddito limitato nel tempo che si basa su un programma universale ma selettivo. La concessione del sussidio dipende infatti da regole uguali per tutti. È garantito in base al reddito e al patrimonio di chi ne fa domanda. Nei parametri può anche rientrare il fatto di aver perso un lavoro o di non riuscire a trovarlo.
- Salario minimo: È una remunerazione minima che soprattutto i datori di lavoro devono per legge dare ai propri dipendenti. La misura, che punta a ridare potere d’acquisto ai lavoratori, contro le disuguaglianze sociali, è prevista in 21 dei 28 paesi dell’Unione europea: varia dai 173 euro al mese della Bulgaria, ai 1.921 euro mensili del Lussemburgo.
Le caratteristiche del reddito di base
Cosa rende il reddito di base una misura così “necessaria” al giorno d’oggi? Esistono delle caratteritistiche che determinano l’esistenza del reddito di base?
- Universale: il reddito è versato a tutti, senza una valutazione delle risorse individuali. Non è soggetto a limiti di reddito, risparmio o patrimonio. Ogni persona, indipendentemente dall’età, dal ceto, dalla cittadinanza, dal luogo di residenza, dalla professione, eccetera, ha il diritto di ricevere tale prestazione.
- Individuale: chiunque – anche donna, uomo o bambino – ha diritto al reddito di base incondizionato su base individuale, poiché si tratta dell’unico modo per garantire la privacy e impedire il controllo da parte di altre persone. Il reddito di base incondizionato deve essere indipendente dallo stato civile, dalle forme di convivenza o dalla configurazione familiare, oppure dal reddito o patrimonio di altri conviventi o familiari. Ciò consente ai singoli di decidere in autonomia.
- Incondizionato: in quanto diritto umano e giuridico, il reddito di base incondizionato non è soggetto a nessuna condizione preliminare, che sia l’obbligo di svolgere un’attività lavorativa retribuita, di dimostrare la volontà di lavorare, di svolgere un lavoro socialmente utile o di comportarsi secondo ruoli di genere predefiniti.
- Sufficiente: l’importo dovrebbe consentire un tenore di vita dignitoso, corrispondente alle norme sociali e culturali del Paese interessato. Dovrebbe prevenire la povertà materiale e offrire l’opportunità di partecipare alla vita sociale. Ciò significa che l’importo netto del reddito di base incondizionato dovrebbe essere almeno superiore alla soglia di povertà secondo le norme dell’UE, vale a dire corrispondere al 60% del cosiddetto reddito medio netto equivalente nazionale. Nei Paesi in cui i redditi sono per lo più bassi e, di conseguenza, anche il reddito medio non è alto, per determinare l’importo del reddito di base si dovrebbe utilizzare un valore di riferimento alternativo (ad esempio un paniere di beni e servizi), al fine di garantire una vita dignitosa, la sicurezza materiale e la piena partecipazione alla vita sociale.