Sono tantissimi i dati e le informazioni circa le abitudini alimentari degli italiani. Dati, frutto di analisi di mercato e sondaggi che riguardano il rapporto con il cibo di moltissime categorie di persone. Troppe volte, però, trascuriamo i giovani. Secondo gli ultimi dati Eurispes in Italia sono in crescita gli orientamenti alimentari di tipo vegano e dalla quinta edizione della manifestazione Linkontro su tendenze e consumo alimentari, è stato evidenziato come agli italiani piaccia il “senza”.
Prodotti, integrali, senza zucchero, uova, latte. Ma i più giovani? E’ in questa direzione che si è mossa l’Università di Siena attraverso un’indagine condotta dal Laboratorio di Analisi Politiche e Sociali (LAPS) del dipartimento di Scienze Politiche e Cognitive. Lo studio condotto ha preso in esame un campione di 997 giovani di età compresa fra i 16 e i 35 anni residenti in Italia.
Da i dati analizzati si scoprono parecchie cose sui Millenial legate al rapporto cibo, qualità e prezzo. La prima informazione che otteniamo riguarda il prezzo. Circa il 91% degli intervistati dichiara di lasciarsi condizionare dal prezzo , altro dato importante riguarda le proprietà e la stagionalità degli alimenti oltre che la sostenibilità e il made in Italy.
Cosa condiziona precisamente i nostri giovani?
Oltre al prezzo, i giovani italiani scelgono come alimentarsi in base a:proprietà nutrizionali del prodotto (importanti per l’85% del campione) o la stagionalità del prodotto (84%) o la provenienza italiana del prodotto (83%) o l’affidabilità del brand (81%).
Per un buon 75% dei giovani intervistati è importante che il cibo sia prodotto a livello locale; mentre il 68% indica tra i criteri di scelta la leggerezza e il 66% la produzione biologica.
I giovani risultano altrettanto attenti alla sostenibilità ambientale. Si parla spesso e in maniera critica di allevamenti intensivi e consumo di carne anche con riferimento ai costi ambientali per la produzione. I giovani italiani, a tal riguardo, si dichiarano disponibili ad avere un atteggiamento alimentare ecologicamente sostenibile a patto che questo serva davvero. Parliamo di un buon 77%.
La scelta degli alimenti da consumare sembra essere, più che altro, una questione di pensiero. La ricerca senese ha individuato quattro tipologie di consumatori corrispondenti a determinate scuole di pensiero.
1. i consapevoli, attenti alla salute e alla sostenibilità, rappresentano il 26% del campione. Questi privilegiano i prodotti biologici, quelli con marchio DOP, IGP, DOCG, i prodotti locali e quelli del commercio equo solidale
2. gli sbrigativi, pari al 19% del campione, sono coloro che danno la precedenza alla praticità nella preparazione, quindi consumano frequentemente prodotti confezionati, come insalata in busta, surgelati, precotti, mangiano spesso snack e merendine
3. i politeisti alimentari (il 24% degli intervistati) sono coloro che consumano di frequente prodotti di qualità (cibi biologici, prodotti locali con marchio DOP, IGP, DOCG) ma che, con la stessa frequenza, dichiarano di consumare cibi già pronti, alimenti confezionati, snack, ecc.
4. gli agnostici alimentari, la categoria più consistente (31% del campione), è rappresentata da coloro che fanno un uso molto misurato dei prodotti inclusi in entrambe le categorie, sia quella degli alimenti qualitativamente superiori (ma spesso anche nel prezzo) che del cosiddetto junk-food.
Cosa interessante è che la percentuale dei consapevoli aumenta in caso di istruzione elevata rispetto a quella degli sbrigativi (rispettivamente 33% e 21%).
Gli sbrigativi, invece, prevalgono fra i giovani di livello di istruzione più basso (24% contro 9% dei consapevoli).
Alimenti evitati
Gli alimenti evitati non sono pochi, fra questi ritroviamo al primo posto, il latte animale e i suoi derivati (evitati dal 23% dei rispondenti), seguito da latte vaccino e derivati (18%), dalla carne (14%), dal pesce (11%), dalle uova (9%), dalla frutta a guscio (8%) e dal pane/farine di frumento (7%). In pochissimi evitano pasta, frutta e verdura, mentre “Il 35% degli intervistati dichiara di non escludere dalla propria dieta nessuno degli alimenti indicati”.
Agli intervistati, inoltre, è stato chiesto di indicare in che misura fossero d’accordo con una serie di affermazioni circa le loro abitudini alimentari. Emerge che il 78% del campione vorrebbe seguire un regime alimentare più sano, ma spesso non vi riesce, il 64% ritiene di seguire una dieta sana per l’importanza che l’alimentazione riveste per la salute. Allo stesso tempo, il 49% degli intervistati mangia “ciò che più piace anche se alla lunga può danneggiare la salute.” Circa un terzo del campione si trova d’accordo con le affermazioni “Mangio ciò che più mi piace perché ciò che piace difficilmente fa male” (36%) e “Non do molta importanza al cibo, per cui mangio quello che capita” (31%).
In definitiva, i giovani italiani sembrano essere molto più attenti, informati e responsabili di quanto a volte la società non li dipinga.