Ci sono quattro questioni a cui bisogna rispondere per comprendere cosa è il diritto del lavoro. A chi si rivolge? Come è regolato il rapporto di lavoro e quali sono le sue fonti? In che modo nascono e a cosa servono le norme lavoristiche? Come si interpretano queste norme lavoristiche?
Il diritto del lavoro si rivolge agli operai, agli impiegati, ma anche a figure professionali come i rider, che lavorano fuori dal perimetro aziendale. Ai dirigenti, come a coloro che svolgono mansioni di concetto.
Il rapporto di lavoro è regolato da fonti internazionali come OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro). E’ un’organizzazione al di sopra degli Stati facente parte delle Nazioni Unite.
E’ regolato da fonti dell’Unione europea come i trattati, le direttive e i regolamenti.
I trattati istitutivi dell’Unione europea sorvegliano e condizionano le decisioni politiche degli Stati membri e esprimono dei principi normativi. Sono le norme principali.
Le direttive rappresentano fonti secondarie, come ad esempio il divieto di discriminazione sulla nazionalità. Esprimono regole. La direttiva deve essere recepita dal parlamento nazionale.
I regolamenti, a differenza delle direttive, non devono essere recepite, ma entrano direttamente negli ordinamenti nazionali.
Il rapporto di lavoro è regolato anche da fonti interne. La Costituzione, il codice civile e le leggi speciali.
Nel rispondere alla domanda del come si interpretano le norme lavoristiche, bisogna evidenziare come la norma sia frutto di un compromesso politico. Per questo sono norme di compromesso e quindi scritte in modo facilmente interpretabile in un modo o in un altro. I giudici, di fatti, spesso interpretano le stesse norme in modo differente.