L’equivoco è a monte e l’ho accennato nella sua prima domanda, siamo stati indotti a pensare che la felicità risieda nel possedere un oggetto e non nell’esistere. E questa è stata già una prima alterazione del kit. Pertanto perseguiamo per abitudine acquisita, un processo di azioni illusorie che non ci faranno mai arrivare a ottenere la felicità. Questo non allena il sensore del senso di responsabilità perché parte da un presupposto errato (errore di valutazione come ho messo nella mia nota) ovvero, anziché. Divenire abile a rispondere (significato di responsabile) sposto l’attenzione su chi potrà reperirmi l’oggetto identificato come artefice della felicità. Quando non la otterrò, coloro a cui ho attribuito questa azione, deluderanno le mie aspettative e saranno causa della mia infelicità presunta. Essere abili a rispondere è un allenamento e soprattutto si basa su una giusta valutazione delle proprie abilità, attitudini, competenze e le parole hanno un senso sacro poiché come hanno già dimostrato anche in modo scientifico (Masaru Emoto docet) creano la realtà e modificano il comportamento umano. Competenze, vuol dire ciò che ci compete e dunque allenarsi ed educare a rispondere su ciò che ci compete e non a mettere “bocca su tutto” tanto per oggi il pericolo a mio avviso risiede proprio nel pressapochismo, nemico assoluto del senso di responsabilità, fratello invece dell’illusione di libertà di parola e cugino della zizzania.
Nel suo ultimo studio, lei parla del disinnescare come di una componente importante per la crescita di adulti costruttivi. In un’epoca così conflittuale, come quella che stiamo vivendo, dove vince chi alza di più la voce, disinnescare non può essere interpretato come un subire?
Disinnescare è la parola d’ordine di tutti i laboratori da me tenuti (percorso T-Risolvo run per manager e team leader; Le 5 Dimensioni della Comunicazione per tutti coloro che hanno a che fare con “gli altri”; Onde d’Urto per genitori ed educatori;) molti dei quali inseriti in progetti anche web che vedono momenti gratuiti solidali. (Progetto Osprey, Progetto Fuorimoda). NB. Si chiamano laboratori perché durante le ore di aula, si lavora e si acquisiscono strumenti pratici.
Cercherò di farle degli esempi in modo sintetico per quanto mi sia possibile vista la delicatezza del tema. Tutto parte dalla reale capacità di ascolto, che intuirà è molto di più del semplice udire.
L’ascolto è anch’esso un vero e proprio processo. E’ una sequenza di azioni ordinate che agisce a monte del processo comunicativo vero e proprio. Lo immagini come l’approvvigionamento di un centro commerciale, mentre il processo comunicativo consueto, lo immagini come l’insieme delle merci messe a banco e gli addetti alla vendita, pronti per accogliere i clienti.
Se non si fosse fatto un buon approvvigionamento, il cliente finale percepirebbe stridore, fastidio, e reagirebbe con rabbia, aggressività, arroganza ecc (reazioni).
Il momento del disinnescare, tutt’altro che subire, accade proprio nel saper riconoscere (e dunque gestire) la reazione che si sta generando, evitando di farla crescere o a volte convogliarla in modo che non divenga distruttiva. Perché lo dobbiamo dire, oggi viviamo il risultato di un “pessimo approvvigionamento” poiché non siamo stati educati all’ascolto.
Quindi disinnescare vuol dire partecipare in modo consapevole e addirittura divenirne “padroni” nel senso di averne padronanza.
Le relazioni possono quindi essere viste come equ-azioni relazionali. Tutte le sequenzialità osservate, hanno permesso a questa mia ricerca di divenire un algoritmo matematico.
Matema viene dal greco e significa ordine, regola. Tutto ciò che ha un ordine una regolarità
è incline ad una equazione ovvero uguaglianze, equivalenze, logiche connessioni
S A=C e C=X-Z, A=X-Z ecc—– da qui nascono le “formule della felicità”.
Questa ricerca rivela un radicale cambio di approccio al comportamento umano. Uno stravolgimento dei classici schemi comportamentali in cui alla contrapposizione tra vittima e carnefice, si sostuisce la responsabilità che ognuno ha di creare il proprio destino.