Il coronavirus potrebbe diventare una pandemia reale? L’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità mette tutti di fronte al dubbio su cosa sia realmente la definizione di pandemia senza generare il panico nel mondo del web.
La reale definizione di pandemia
“Il Covid-19 non è ancora una pandemia ma ha tutte le potenzialità per esserlo. Il mondo deve prepararsi ad affrontarla“. A dichiararlo il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Ma cos’è una pandemia? Qual è la differenza con epidemia? L’epidemia deriva dal greco á¼πιδημá½·α, composto da á¼πá½· «sopra» e δῆμος «popolo». Si parla dunque di pandemia quando un’epidemia ha “tendenza a diffondersi ovunque, cioè a invadere rapidamente vastissimi territori e continenti”. La differenza fra epidemia e pandemia non riguarda dunque direttamente la mortalità della malattia, ma la sua diffusione.
Le fasi della pandemia
Nel 2009, in occasione dell’influenza suina (H1N1), l’OMS ha pubblicato le 6 fasi della pandemia:
Fase 1: il virus circola fra gli animali, ma non ha causato infezioni fra gli umani.
Fase 2: un’influenza proveniente dagli animali ha causato alcune infezioni fra gli umani.
Fase 3: sporadici casi di trasmissione umano-umano.
Fase 4: in un Paese, la trasmissione fra umani o da animali a umani ha causato “epidemie al livello di comunità”.
Fase 5: la trasmissione fra umani si è verificata in almeno due Paesi in cui opera l’OMS. La dichiarazione della quinta fase è un forte segnale che la pandemia è imminente ed è il momento di “finalizzare l’organizzazione, comunicazione e implementazione di pianificate misure di mitigazione”.
Fase 6: la fase letteralmente detta pandemica è caratterizzata da epidemie comunitarie in almeno un altro Paese in una regione diversa da quella in cui il virus si è generato.
Fase post-pandemica: nei Paesi con adeguata sorveglianza, il numero di casi comincia a scendere. Non sono escluse ulteriori ondate.
Quando il panico sfocia nel web
Le parole del direttore dell’OMS hanno marcato una situazione che già era molto grave in tutto il mondo. Il web sin dal mese di gennaio (data dell’ufficiale conoscenza al pubblico dell’allora coronavirus) ha raccolto al suo interno tanti momenti di informazione, prevenzione e soprattutto messaggi di calma ma dall’altra parte non sono mancati i casi di panico ma soprattutto di fake news che hanno solamente reso più nociva una situazione che ha bisogno della massima calma e chiarezza possibile.