Tenere traccia delle persone positive al Covid-19 è fondamentale per tentare di abbassare quanto più è possibile la curva di contagio. Esistono vari metodi come il lockdown che stiamo vivendo in Europa ma in Oriente e soprattutto in Cina e Corea del Sud si è preferito optare per un’alternativa più tecnologica. Vediamo come il Coronavirus e le applicazioni stanno abbassando la curva dei positivi.
Coronavirus, le applicazioni usate in Oriente e come funzionano
Le app e le tecnologie usate nei paesi di Singapore, Cine e Corea del Sud sono ancora tutt’ora utilizzate per abbassare ancor di più la curva dei positivi. Le app usate in questi paesi orientali sono stati usati seguendo tre scopi principali:
- Controllo sulla popolazione: per obbligare i positivi a restare a casa (con geolocalizzazione via app) e impedire agli altri di violare le misure (con droni ad esempio, che cominciano a essere sperimentati anche in Italia)
- Tracciamento degli spostamenti dei positivi (con app ad hoc, dati di rete cellulare…) in modo da identificare le persone con cui sono entrati in contatto e isolarle a loro volta
- Fare una mappa dei positivi utile alla popolazione e alla protezione civile
Questi sistemi se applicati nei modi, ovvero nel rispetto e anticipazione dei patterns di comportamento sociale in ambienti critici (fuga dalle città, panico, accaparramenti, rivolte nelle carceri, negazione ecc..), con le infrastrutture coerenti con la scalabilità del sistema applicato a grandi numeri, e con la partecipazione più o meno volontaria dei cittadini ha consentito di rallentare la diffusione del virus.
Applicazioni e Covid-19: i primi tentativi in Umbria
Il modello Corea del Sud, però, sembra stia arrivando anche in Italia. La Regione Umbria, infatti, si è candidata come primo territorio nel quale testare questo tipo di applicazioni. L’app in questione si chiama “StopCovid19” ed è stata creata e sviluppata dalla società valtellinese Webtek e donata alle autorità a titolo gratuito.
Tramite gps, consente di monitorare i nostri ultimi spostamenti e di avvisarci nel caso di contatti con persone risultate positive al coronavirus, consentendo di ricostruire la catena dei contagi. In caso di possibile contagio, è poi l’autorità sanitaria a mettersi in contatto con l’utente.