Appuntamento in rete quest’anno per celebrare la liberazione dell’Italia dal Nazifascismo. In tempi di Coronavirus, i festeggiamenti per il 25 aprile si tengono soprattutto via web, grazie anche ai social network, mentre le manifestazioni ufficiali si svolgono alla presenza di pochi rappresentanti e ristrette delegazioni dell’Anpi. Un accordo raggiunto dopo che l’associazione dei partigiani aveva protestato per l’esclusione.
Come saranno i festeggiamenti per il 25 aprile in tempi di Coronavirus
Bandiere tricolori e flash mob sui balconi per cantare “Bella ciao”: si svolgono così le commemorazioni del 25 aprile 2020. I tradizionali cortei, che ogni anno portano in piazza migliaia di italiani, non sono consentiti a causa dei divieti imposti dalla quarantena. I monumenti e le lapidi commemorative delle gesta dei partigiani, però, riceveranno ugualmente l’omaggio delle corone di fiori. A questi momenti potranno partecipare pochissimi rappresentanti delle istituzioni, tra sindaci, prefetti e questori, e al massimo un rappresentante delle organizzazioni partigiane, a giusta distanza tra loro. Il cuore di questa giornata batterà nella piazza virtuale creata intorno agli hastag #iorestolibero e #iorestolibera. Il programma dell’Anpi inizia alle 14.30 con l’inno di Mameli cantato da Tosca e poi interventi di artisti, intellettuali, partigiani, coordinati dall’attrice Lella Costa. Per seguirlo basta collegarsi a 25aprile2020.it.
L’anniversario della Liberazione
All’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943, mentre il re e i più alti vertici istituzionali fuggivano e Mussolini dichiarava la nascita della repubblica di Salò, l’Italia si trovò improvvisamente catapultata in una guerra civile. Nacque il Comitato di Liberazione Nazionale con l’intento di liberare il Paese dall’occupazione nazista e con esso nacque la Resistenza. Un esercito di uomini, donne, giovani, meno giovani, i partigiani, animati da coraggio e determinazione che combatté per un anno e mezzo contro i nazisti fino a cacciarli via. L’azione della Resistenza durò, infatti, fino alla primavera del 1945, con l’ultima decisiva offensiva condotta insieme alle forse alleate. Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, l’Italia fu liberata.
L’anniversario della Liberazione dal Nazifascismo
L’anno seguente, su proposta dell’allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il re Umberto II dichiarò il 25 aprile festa nazionale “a celebrazione della totale liberazione del territorio italiano“. Dopo 75 anni fa un certo effetto constatare che negli stessi giorni, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, finisca di nuovo un periodo difficile per tutto il Paese. Certo due mesi chiusi in casa non sono paragonabili a sei anni di guerra o a vent’anni di regime dittatoriale, così come ha ribadito il cantautore modenese Francesco Guccini parlando del 25 aprile. Forse quello che va recuperato dall’accostamento tra i due eventi è una disposizione a ricostruire. A ricostruire una vita nuova che sia più a misura nostra e dell’ambiente in cui viviamo. Ciò che non va fatto, senza ombra di dubbio, è dimenticare. Che piaccia o no il 25 aprile è una festa dell’Italia tutta e cancellarla significa strappare una pagina fondamentale della sua storia.