Figli a casa e genitori al lavoro non è proprio un bel binomio soprattutto in un Paese come il nostro in cui il Welfare familiare è così carente e di questi tempi è bene che i nonni vivano un po’ in disparte. L’enorme cambiamento avvenuto nelle vite degli italiani nelle ultime due settimane sta portando il Governo a disporre nuovi aiuti alle famiglie. Al vaglio degli esperti anche il congedo straordinario per l’emergenza Coronavirus.
Il congedo familiare Coronavirus
L’emergenza Coronavirus ha lasciato a casa migliaia di cittadini. Ridurre il più possibile i contatti con il prossimo aiuta a ostacolare il contagio del virus. In particolare la sospensione delle attività didattiche ha messo molte famiglie di fronte alla necessità di assicurare una presenza in casa vicino ai loro figli. Una presenza diversa da quella dei nonni dato che le persone anziane potrebbero essere più predispote a contrarre il virus e quindi vanno tenute il più possibile lontani dai contatti con l’esterno. Le aziende che lo prevedono hanno attivato per i loro dipendenti la modalità dello smart working: lavorare da casa propria collegati tramite il proprio pc, altre hanno previsto dei permessi speciali retribuiti, di concerto con i sindacati, ma è chiaro che il mondo del lavoro ha bisogno di una regolamentazione generale. Ha bisogno di un Welfare familiare che aiuti ad affrontare l’emergenza che stiamo vivendo. A questo proposito il Governo sta pensando a un piano aiuti alle famiglie.
Cos’è il congedo familiare
Il congedo familiare, più noto come congedo parentale, è un permesso concesso ai dipendenti per prendersi cura dei propri figli. A differenza del congedo di maternità, questa misura di welfare familiare è un permesso facoltativo che spetta a genitori, sia naturali che adottivi, con contratti a tempo indeterminato. Ne hanno diritto i genitori, sia madri e padri, con figli naturali entro i 12 anni di età e con figli adottivi entrati in casa entro 12 anni dal momento della richiesta (in questo caso l’età del figlio non conta). L’astensione facoltativa dura sei mesi continuativi o frazionati e può essere consumata anche contemporaneamente dai genitori. Il genitore solo, sia madre che padre, può astenersi dal lavoro per un periodo che va fino a 10 mesi. Lo stipendio percepito durante il congedo parentale ammonta al 30% della retribuzione ordinaria nel caso di bambini fino agli 8 anni o che siano entrati in casa da massimo otto anni. Oltre questo termine non spetta alcuna retribuzione. Nel 2015, il Governo ha trasformato questo aiuto alle famiglie dando la possibilità di passare da un rapporto di lavoro a tempo pieno a uno a tempo parziale. Una forma di congedo straordinario causa Coronavirus è allo studio del Governo.
Le riforme in cantiere
Il welfare familiare negli ultimi anni ha subito una costante operazione di smantellamento soprattutto in concomitanza con la crisi economica del 2008. Da allora gli aiuti del Governo alle famiglie sono stati erogati sotto forma di bonus e voucher. Somme, cioè, destinate a singoli eventi o esigenze: come il Bonus bebè o Bonus asilo nido. In questi giorni, si sta manifestando l’esigenza di misure straordinarie come una nuova forma di congedo parentale per l’emergenza Coronavirus. Sono tanti gli italiani, e ne saranno sempre di più, che dovranno assentarsi dal posto di lavoro per arginare il contagio del virus.