In Italia, il 14% dei ragazzi dichiara di aver ricevuto insulti dal partner, l’8% minacce, in particolare telematiche, ossia ricatti su pubblicazione di foto e video privatie il 6% addirittura violenze fisiche. Appare chiaro che un adolescente che subisca questo tipo di situazioni può, a sua volta, divenire un adulto violento.
Finora sottovalutata, la violenza fra i giovani innamorati sta facendo registrare un alto tasso di attenzione, soprattutto in seguito ai recenti fatti di cronaca per nulla piacevoli. L’aggressività fra i teenagers veniva interpretata come l’altra faccia dell’amore adolescenziale moderno, considerata una delle componenti dell’immaturità, tuttavia, l’opinione pubblica ha finalmente deciso di sensibilizzarsi in merito.
Il fenomeno è stato di recente definito dalla letteratura nordamericana come “dating aggression” e “dating violence”, formule, che fanno riferimento a violenza psiclogica, emotiva, fisica e sessuale. La violenza riguarda sia i ragazzi che le ragazze, in forme diversificate, stando ad alcuni dati forniti dall’Osservatorio adolescenti di Telefono Azzurro e Doxa Kids le donne sono più propense a urla schiaffi e calci dati per rabbia, autodifesa o gelosia, mentre i ragazzi tendono a spintonare e a commettere abusi sessuali per senso di controllo o per rispondere agli attacchi subiti.
Le conseguenze di tali rapporti malsani e violenti si protraggono nel tempo, è molto probabile che da adulti tali ragazzi possano ritrovarsi a vivere relazioni amorose e non abbastanza aggressive. Allo stesso modo, chi risulta vittima di atteggiamenti del genere non di rado sviluppa da adulto la stessa aggressività cui è stato soggetto condita da comportamenti antisociali. Le donne, in particolar modo, rischiano di diventare vittima di disturbi del comportamento alimentare, depressione e dipendenza affettiva mentre i ragazzi saranno più esposti a comportamenti rabbiosi e antisociali. Insomma, relazioni adolescenziali violente rappresentano potenzialmente relazioni adulte altrettanto aggressive.
Dei rapporti malsani e deviati sono vittime entrambi i soggetti, specie se si parla di ragazzini, poiché la relazione vissuta inizia ad essere interpretata come luogo instabile, nel quale dover controllare i propri impulsi, in luogo dove si perpetrano abusi e, dunque, spiegata come la normalità; ciò che ne consegue è l’incapacità, anche nel soggetto abusato, di poter sviluppare rapporti di coppia stabili e sani, in cui la violenza non rappresenti l’unico modo per esprimersi.
Quando si parla di adolescenti la situazione è molto più delicata di quanto si pensi, molte volte i ragazzi pensano di essere fortunati, si sentono impegnati in una relazione emozionante e di avere a che fare col vero amore quello che fa fare cose irrazionali, fa essere gelosi e violenti. Complici di questo pensiero non di rado pubblicità, narrazioni popolari e fiction che pericolosamente trasmettono messaggi su quell’amore violento confondendolo con la passione.
E’ chiaro che un rapporto sano è fatto di comprensione reciproca, litigi razionali, dialogo e “lavoro di squadra” per superare le difficoltà. Queste sono le connotazioni di un rapporto fra due persone che hanno ricevuto un’educazione affettiva ed emozionale sana ed equilibrata, per questo si rende necessario inquadrare il processo di educazione affettiva all’interno di un programma di educazione alla salute per far si che i giovani costruiscano tassello per tassello la propria personalità in modo sano e composto ed evitino relazioni malsane, opportunità che si dovrebbe definire d’obbligo per i ragazzi di oggi.