Sarà molto probabilmente la competizione forse più criticata del 2022 ma sta giungendo al suo atto finale: la Coppa d’Africa. Un torneo che lascia tante discussioni ma soprattutto ci fa scoprire nazionali “nuove”.
Coppa d’Africa, la finale
Potremmo dire: tutto scendo i pronostici. Senegal ed Egitto si sfidano per vincere il trofeo ma soprattutto parliamo delle due nazionali africane più forti del momento. Da una parte abbiamo l’Egitto che potremmo dire essere la storia del calcio africano visto che parliamo della nazionale più vincente in questo continente. I Faraoni vantano infatti il record di vittorie in Coppa d’Africa (ben 7 i titoli) e stasera daranno il massimo per conquistare la coppa numero 8. A guidare gli egiziani sarà la stella del Liverpool Salah che in questo torneo ha dimostrato quanto sia fondamentale per sua nazionale.
Dall’altra parte, invece, abbiamo il Senegal delle tante stelle del calcio europeo. Koulibaly, Gueye, Sarr, Mendy e Mané solo per citarne qualcuno. Un vero e proprio parterre di stelle che è alla ricerca del suo primo successo in Coppa d’Africa. Riusciranno i Leoni della Teranga a battere l’Egitto ed a sollevare il trofeo?
Quindi è tutto pronto per il gran finale della Coppa d’Africa che qui in Italia è visibile grazie ad Eurosport.
Problemi, problemi ed ancora problemi: il Covid
Dando uno sguardo nel complesso a tutto il torneo c’è una parola che emerge su tutto: problemi. Organizzativi ma non solo. Partendo dal Covid che ha condizionato parecchie nazionali sin dal primo giorno di partite tra indisponibili, quarantene e tamponi.
I club europei
L’altro problema sono stati i club europei che in certi frangenti hanno fatto di tutto per non cedere i proprio giocatori alle nazionali. Questo ha creato non pochi grattacapi ai CT per sistemare le rose precedentemente pensate per affrontare l’intero torneo.
Il campo
Infine, neanche il campo da gioco ha fatto dormire sonni tranquilli alla Coppa d’Africa. Jenny Sikazwe, l’esperto arbitro dello Zimbabwe, in occasione della partita Tunisia-Mali fischia la fine con 5 minuti d’anticipo creando il caos poi in campo.
Nello stesso giorno, prima dell’inizio della gara tra Mauritania e Gambia, altro problema. Al momento degli inni nazionali i calciatori della Mauritania impiegano una frazione di secondo a capire che quello suonato non è il loro inno. Si prova a cambiar ‘musica’ ma niente da fare. Lo speaker invita alla fine i mauritani a cantare l’inno per conto proprio.