Da ormai quattro giorni si sta svolgendo la COP27 in Egitto. Di cosa si è parlato? Di cosa si parlerà? Perché questa conferenza viene sempre considerata come una delle più importanti sul tema ambiente e salvaguarda ambientale?
Cop27 in Egitto ma prima… un po’ di storia passata e recente
Da quasi tre decenni l’Organizzazione delle Nazioni Unite riunisce quasi tutti i Paesi della terra per i vertici globali sul clima conosciuti col nome di COP, ” Conferenza delle Parti”. Da allora il cambiamento climatico è passato dall’essere una questione marginale a diventare una priorità dell’intero nostro pianeta.
L’ultima COP, denominata COP26, si è svolta a Glasgow in Scozia. I leader mondiali attesi in Scozia sono stati più di 190. Ad essi si sono uniti decine di migliaia di negoziatori, rappresentanti di governo, imprese e cittadini per dodici giorni di negoziati.
Gli obiettivi della COP27
La conferenza per il clima che si sta svolgendo in quel di Sharm El Sheik è la numero ventisette e proprio per queto motivo verrà ricordata come COP27. Quali sono però gli obiettivi che questa conferenza vuole raggiungere? Possiamo riassumerli in quattro punti:
- Mitigazione: cercare di attuare finalmente quelle “azioni audaci e immediate” allo scopo di ridurre le emissioni in modo tale da limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C
- Adattamento: I Paesi presenti dovranno garantire che nella COP27 vengano poste le basi per i “progressi assolutamente necessari” verso il miglioramento della resilienza ai cambiamenti climatici
- Finanza: alla COP27 dovrebbero compiersi progressi importanti sul delicato tema dei finanziamenti per il clima. Tra questi sono compresi i famosi 100 miliardi di dollari all’anno promessi dai Paesi industrializzati a quelli in via di sviluppo.
- Collaborazione: Rafforzare e facilitare l’accordo nei negoziati è una questione di massima priorità per la Presidenza della COP27. Farlo significherebbe raggiungere risultati reali e concreti in modo equilibrato.
La questione dei Paesi emergenti
I Paesi meno sviluppati hanno deciso di voler occupare un ruolo centrale in questa COP27. I “Paesi emergenti”, infatti, sviluppano la loro presenza alla conferenza dietro il discutere di due temi: i finanziamenti e il “Loss and Damage”.
Dalla scorsa edizioni della COP era emerso come per realizzare l’adattamento al cambiamento climatico i Paesi in via di sviluppo debbano investire circa 340 miliardi all’anno. Una cifra che per le “tasche” di questi paesi più piccola è a dir poco proibitiva. Proprio per questo motivo, i Paese più industrializzati avevano deciso di finanziare questi piccoli Paesi con circa 100 miliardi di dollari. Una cifra che un anno dopo non è stata completamente spesa ma solo una parte di essa. Proprio per questo motivo, i Paesi più piccoli sono arrivati alla COP27 per riparlare di questo tema.
Il tema del “Loss and Damage“, invece, segna un punto di “scontro” e confronto con i grandi paesi. I danni che i grandi stati fanno ai più piccoli a causa delle loro industrie e non solo rimane sempre un tema di grande attualità. I piccoli Paesi chiedono da anni che gli Stati industrializzati paghino per i danni procurati ma il confronto non è mai facile.