Gruppo CAP, azienda che gestisce il servizio idrico di oltre 200 comuni della Lombardia, è in prima linea sulla sfida del climate change e, come il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, porterà la Città Metropolitana Milanese e la Lombardia tra i grandi del mondo, al vertice sul clima di Parigi, per costruire un territorio sempre più sostenibile. Nel rapporto 2014 del Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite si parla della prospettiva di una “grande sete” di fine secolo, stimando almeno un miliardo di persone senza acqua sufficiente nelle città. Il suo valore crescente, le preoccupazioni inerenti la sua qualità e quantità e la differente disponibilità stanno avvicinando sempre di più l’acqua al petrolio e ad altre risorse strategiche, diventa quindi fondamentale trovare soluzioni concrete e immediate per garantirne l’approvvigionamento.
Il 69% degli italiani si sente ottimista sugli effetti della Cop21, la Conferenza Mondiale sul Clima in corso in questi giorni, che inciderà tanto sulle azioni dei singoli Paesi quanto sui comportamenti dei cittadini. Questo è uno dei dati della ricerca realizzata da Lorien Consulting e dalla Nuova Ecologia che sottolinea anche quanto gli italiani si stiano dando da fare per la riduzione delle emissioni, sia concretamente che idealmente, e per questo motivo abbiano alte aspettative dal summit che si concluderà il prossimo 12 dicembre.
L’Unione Europea si presenta a COP21 con una lunga esperienza di lotta contro i cambiamenti climatici e punta ad un accordo globale vincolante e, mentre la macchina diplomatica lavora per arrivare ad un’intesa, nei prossimi giorni saranno gli incontri e i dibattiti analitici e divulgativi a farla da padrona.
“Chi come la nostra azienda ha come missione la gestione sostenibile dell’acqua, ha il dovere di rispondere concretamente alla sfida del clima che cambia – ha affermato Alessandro Russo, Presidente del Gruppo CAP -. Nasce da qui CAP 21, ovvero 21 impegni di sostenibilità, il programma che ci vedrà impegnati per tutto il 2016 e nei prossimi anni, per rendere trasparenti e tangibili i risultati che ci proponiamo di raggiungere con il nostro Piano degli investimenti, 600 milioni di euro in 5 anni che avranno un forte impatto sull’ambiente “.
Ad oggi l’85% della popolazione mondiale vive in zone aride o semi aride e entro il 2050 è previsto l’aumento del 55% della domanda di acqua: la causa è sempre il cambiamento climatico le cui ripercussioni sulla risorsa idrica sono visibili anche in Italia e in Lombardia dove l’intero sistema idraulico deve fare i conti, per incremento della variabilità climatica e per una maggiore frequenza e intensità di eventi climatici estremi, con la riduzione progressiva della disponibilità di risorse idriche utili (superficiali e sotterranee) e dell’umidità del suolo. E’ proprio per smaltire l’eccesso di acque meteoriche e l’innalzamento della falda che Gruppo CAP ha stanziato un milione di euro avviando il progetto pilota, in collaborazione con Consorzio Est Ticino Villoresi e l’Università Statale di Milano, per il recupero del reticolo idrico minore in buona parte costruito e progettato nel medioevo. Si tratta di un percorso di prevenzione che mette in campo soluzioni progettuali innovative di ingegneria idraulica e ambientale che permetterà di evitare per quanto possibile gli effetti rovinosi delle bombe d’acqua e sfruttare la risorsa in eccesso in agricoltura.
Novità anche nella gestione dell’acqua potabile. Gruppo Cap è il primo in Italia e in Europa ad adottare il Water Safety Plan (Wsp), il modello sviluppato con la consulenza dell’Istituto superiore di sanità che rende più sicura l’acqua del rubinetto. Il Wsp rappresenta per CAP un investimento importante in innovazione tecnologica, in ricerca e sviluppo della conoscenza, che permette di garantire un’acqua ancora di qualità, sulla quale i controlli sono puntuali e sono fatti in relazione ai rischi presenti sul territorio. Grazie a questo sistema “personalizzato” sarà quindi possibile scegliere di aumentare o ridurre la frequenza dei campionamenti nelle zone di approvvigionamento, nonché estendere la lista di sostanze da monitorare in caso di preoccupazioni per la salute pubblica, coinvolgendo in modo attivo anche i Comuni e i cittadini.