Mimmo Cuticchio – incontrerà al Campus di Cinecittà, gli allievi diFondamenta/la Scuola dell’Attore, per una Conversazione di scena sul Cunto, l’Opera dei Pupi, la Tradizione in cammino.
L’arte del cunto e la sapienza scenica dell'”Opera dei pupi” è questione di artigianato e memoria, ritmo e invenzione. Qualità che Mimmo Cuticchio possiede al massimo grado. Il 18 maggio 2001 l’Unesco proclamava le prime diciannove opere considerate “patrimonio orale e immateriale dell’umanità”.
In questo selezionatissimo gruppo figura l’Opera dei Pupi, il teatro delle grandi e armate marionette siciliane che raccontano le imprese dei Paladini di Carlo Magno, un tesoro culturale da proteggere e vivificare. Mimmo Cuticchio è universalmente riconosciuto come il principale artefice della “rifondazione” dell’Opera dei Pupi.
Puparo per trasmissione paterna, oprante assoluto dell’Opra di disciplina palermitana, maestro nell’arte del cunto, appresa per osservazione silente da Peppino Celano (puparo e cuntista, di cui Mimmo fu allievo dal 1970), Cuticchio recupera e supera la tradizione ottocentesca. Tramanda il patrimonio romanzesco, dai poemi medioevali francesi ai rifacimenti italiani, elaborando ibridazioni di estrema originalità e accuratezza.
Nasce nel 1948, quando il padre Giacomo, puparo “camminante” (girovago) si stabilisce a Gela. Alla morte del maestro Peppino Celano, Cuticchio apre il Teatrino dei Pupi Santa Rosalia (1973) e realizza il suo primo copione Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro.
Nel ’77 fonda l’Associazione Figli d’Arte Cuticchio: per la prima volta nel mondo dei pupari, l’Associazione riesce a stabilire un rapporto con la Pubblica Amministrazione, e questo permette un ulteriore sviluppo e una qualificazione della sua attività, che si precisa sempre più in quei settori dell’artigianato che tradizionalmente affiancavano l’opera dei Pupi ed ai quali i pupari si sono sempre appoggiati.
La compagnia è quindi in grado di produrre spettacoli e controllarne tutte le fasi, dallo sbalzo dei metalli delle armature all’intaglio del legno per i corpi, alla pittura di scene e cartelli, alla realizzazione dei costumi, fondendo tre importanti aspetti nella sua comunicazione teatrale: il recupero delle tecniche tradizionali dei pupi e del cunto, la ricerca e la sperimentazione.
È dei primi anni ’80 il suo primo spettacolo di cunto La spada di Celano. Da quel momento Cuticchio avvia un percorso di “rifondazione” del teatro dei pupi con spettacoli che aprono i modelli del cunto e dell’opra tradizionali a un impegno civile segnato da uno sguardo che rispecchia la società contemporanea: nascono così spettacoli quali: Visita Guidata all’Opera dei pupi, Francesco e il Sultano, L’Urlo del Mostro fino all’ideazione di spettacoli come O a Palermo o all’inferno (2011) e Carlo Magno reale e immaginario (2012).
Cuticchio infatti racconta le audaci imprese di cavalieri e principi, gli amori e l’arme, l’eroismo e la viltà, per alludere, con sotterranea critica, agli eventi del nostro tempo. Il cunto si fa con la spada. È cosa diversa dal cantastorie di cronache con chitarra e cartelli.
Serve fendenti in aria e batte il ritmo. Con questo modo orale di percussione, respiro e mimica del viso, Cuticchio scandisce il racconto in imprevedibili successioni di peripezie. Intreccia una serie di rispondenze, sospensioni, riprese, in un sistema di incastri, senza mai dare l’impressione di un vortice causale degli eventi.
Con voce aspra o struggente, tonante o carezzevole, esamina il dire dalla retorica della declamazione e dell’andamento cantilenante, e abbraccia la via in cui il racconto epico-cavalleresco gioca con i volumi, articola le variazioni tonali della voce e diviene corpo sonoro. Alza e abbassa continuamente il livello generale del cunto, per poi impennare in incalzanti e sincopati climax drammatici.
Assidui sono i suoi rapporti anche con cinema (Coppola, Tornatore, Turturro, Ciprì e Maresco, Crialese), fotografia, radio, arte contemporanea (Mimmo Paladino), musica pop (Lucio Dalla, Loreena McKennitt). Da quindici anni dirige a Palermo la prima scuola per pupari e cuntisti.
Fuori dalle etichette del folklorismo nostalgico, Mimmo Cuticchio consegna ogni giorno a nuova vita un mestiere antico. Da quindici anni dirige a Palermo la prima scuola per pupari e cuntisti.