In Georgia proseguono i disordini, con contestazioni che ormai si protraggono da settimane. Sabato 30 novembre la situazione è ulteriormente degenerata nella capitale Tiblisi, dove si sono verificati violenti scontri tra la polizia e manifestanti filo-europei. Le proteste sono legate alla decisione del governo di posticipare al 2028 le discussioni sull’adesione del Paese all’Unione Europea, suscitando indignazione e rabbia tra i cittadini favorevoli a un percorso di integrazione europea.
Disordini in Georgia: terza notte di scontri davanti al Parlamento
Per la terza sera consecutiva, migliaia di persone si sono radunate davanti al Parlamento di Tiblisi, chiedendo una revisione della decisione governativa. Le tensioni sono esplose quando la polizia in tenuta antisommossa è intervenuta per disperdere i manifestanti. Gli agenti hanno utilizzato proiettili di gomma, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per fronteggiare i dimostranti, che a loro volta hanno risposto lanciando fuochi d’artificio contro le forze dell’ordine.
Scontri violenti e incendi al Parlamento
La situazione è precipitata quando un giornalista dell’AFP ha riportato la presenza di fiamme che si sono sviluppate dietro una finestra dell’edificio parlamentare. Non è ancora chiaro se l’incendio sia causato dai manifestanti o dalle operazioni della polizia, ma le immagini del fuoco hanno alimentato ulteriormente la tensione, divenendo simbolo di una protesta sempre più accesa.
La protesta filo-europea e il malcontento popolare
I manifestanti, per lo più giovani e appartenenti a gruppi filo-europei, criticano il governo per quello che considerano un allontanamento dal percorso di integrazione europea e un avvicinamento alla sfera d’influenza russa. La decisione di rinviare la discussione sull’adesione all’UE al 2028 è vista come un tradimento delle aspirazioni del popolo georgiano, che in gran parte desidera un futuro ancorato ai valori e alle istituzioni europee.
La risposta della polizia e il rischio di escalation
L’uso massiccio della forza da parte della polizia è stato condannato da diverse organizzazioni per i diritti umani, che denunciano un’escalation di violenza da entrambe le parti. Si teme che la situazione possa degenerare ulteriormente, con ripercussioni sulla stabilità politica del Paese e sulle sue relazioni internazionali. Intanto, l’attenzione della comunità internazionale si concentra su Tiblisi, con molti che chiedono al governo georgiano di avviare un dialogo con i manifestanti e di garantire il rispetto dei diritti civili. Questi eventi rappresentano un momento cruciale per il futuro della Georgia e il suo posizionamento geopolitico.
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