(Adnkronos) – Sul caso Crosetto, “a me ha sorpreso che un ministro che passa tra i più moderati e ragionevoli abbia formulato un’accusa gravissima a una parte della magistratura, addirittura di aver coltivato progetti eversivi. Innanzitutto vai subito in Procura: se hai notizie ben precise le vai a riferire in Procura, un attimo dopo vieni a riferire in Parlamento”. Così il leader del M5S Giuseppe Conte torna sulle parole del ministro della Difesa, durante il Forum Adnkronos.
“Di tutto questo però – va avanti l’ex premier – succede che il ministro Crosetto inizia a fare 6-7 dichiarazioni per ridimensionare questa accusa gravissima. Fermo restando che in Procura deve andare, iniziamo a valutare però cosa resta sul tavolo dopo queste precisazioni. Rimane un pericoloso deja vu.
Già a fine luglio ‘fonti Chigi’ era venuta fuori con un gravissimo attacco alla magistratura, non solo non smentito ma addirittura certificata dalle parole dirette di Meloni, con la magistratura accusata semplicemente per aver fatto il suo lavoro, indagare notizie di reato”, e anche “se queste dovessero riguardare esponenti del governo la magistratura è” un lavoro che la magistratura “è obbligata a fare, perché in Italia non esiste un regime di immunità o privilegi per esponenti politici, nemmeno di governo”.
Rischio ‘eversione’
“Meloni accusò la magistratura di preparare la campagna elettorale per le europee, un’accusa gravissima, imputandole un atteggiamento anti-democratico. Questa è una classe politica – si pensi al caso Lollobrigida, al familismo – che si è presentata come nuova ma che è molto vecchia, ancora una volta ci riprecipita a un modo di far politica che significa immunità, privilegi, licenza di poter applicare la legge sulla base di attenzione particolare ai potenti.
Rispondo in modo duro a chi ha questa mentalità: la finalità eversiva non è nella magistratura ma in chi pensa che la legge non sia uguale per tutti e in chi, avendo un ruolo istituzionale e di governo, pensa di avere la licenza di attaccare tutti i poteri e le autorità di controllo e vigilanza”.
Su governo piuttosto che su toghe
“Il governo ha attaccato – snocciola dunque i casi l’ex premier -: Fazzolari, Legge di bilancio dicembre 2022, Bankitalia; nel marzo 2023 per codice appalti l’Atac; nel maggio 2023 è stata attaccata la Corte conti e soppresso il controllo concomitante sul Pnrr; Inps e Inail sono stati commissariati; l’ufficio di bilancio, nel maggio 2023, è stato attaccato per aver fornito un report sull’autonomia differenziata che al governo non è piaciuto; poi la magistratura nel luglio 2022 e oggi con accuse gravissime.
Il rischio di essere eversivo incombe sul governo alla luce di questi fatti, perché è un governo intollerante a qualsiasi intervento di istituzione, di controllo e di vigilanza”.
“E aggiungo – l’affondo di Conte -: il progetto di riforma costituzionale è il completamento di questo progetto eversivo, perché è un progetto con cui viene esautorato il Parlamento e i poteri del Capo dello Stato, con la conseguenza che, con l’investitura popolare, avremo un premier che si porta appresso il 55% del Parlamento e che, a scadenza, eleggerà a maggioranza semplice, al IV scrutino, il Presidente della Repubblica”, così come “tutte le istituzioni di garanzia verranno elette con questa blindatura e senza contrappesi né contraltare a questo accentramento dei poteri”, il grido d’allarme del leader del M5S.
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