Sono state 444.000 le persone che nel 2020 hanno perso il lavoro a causa del covid. Di queste ben 312.000 sono donne, che ora sono alle prese con la ricerca di nuove offerte professionali. Un’opportunità interessante può arrivare dal mondo dei consulenti d’immagine, un settore che sta crescendo sempre di più.
Consulenti d’immagine: le scuole accreditate
Tra le scuole di formazione maggiormente accreditate in Italia, ESR – Ecole Supérieure de Relooking, che dal 2008 propone dei corsi professionali per formare figure altamente qualificate, in grado di offrire un servizio completo di alto livello. La scuola ha, inoltre, avviato una collaborazione con l’associazione Dress For Success Rome, per favorire l’occupazione femminile e il reinserimento delle donne nel mondo del lavoro. Scopriamone di più con Valeria Viero direttrice e co-fondatrice della sede italiana di ESR. Quella del consulente d’immagine è una professione in crescita costante, ma ancora poco conosciuta. Di cosa si occupa esattamente? Il campo di azione in cui si muovono i consulenti d’immagine è ampio e variegato. Per questo motivo, spesso si genera un po’ di confusione intorno a tale figura professionale, rispetto ai confini che definiscono la consulenza d’immagine e alle abilità richieste dal mercato. Il consulente d’immagine è una figura professionale in grado di decodificare le esigenze del cliente e offrire soluzioni efficaci per ogni necessità, dal look per una singola occasione all’elaborazione di un percorso di miglioramento della propria comunicazione non verbale di lungo periodo. Il servizio può rivolgersi a singole persone o anche ad aziende.
Da circa un anno collaborate con l’associazione Dress For Success Rome. In cosa consiste?
Dress for Success Rome è un’organizzazione no profit la cui missione è aiutare le donne a raggiungere l’indipendenza economica fornendo una rete di supporto, abbigliamento professionale e strumenti di sviluppo. Una missione che assume maggior valore in uno scenario di crisi economica. La collaborazione di ESR Italia consiste nel mettere a disposizione dell’associazione e delle sue beneficiarie le competenze ed i servizi dei consulenti diplomandi, i quali accompagnano le donne nella scoperta degli strumenti che permettono loro di presentarsi al meglio in occasione dei colloqui di lavoro e nella loro vita professionale. Grazie all’approfondita consulenza svolta dagli studenti ESR, i volontari di DFS riescono a selezionare i capi ideali da donare a ciascuna donna in modo tale che possa mostrarsi nella sua miglior versione ai colloqui di lavoro. In questo periodo storico critico siamo felicissimi di poter dare un senso ancora più profondo e sociale alla nostra professionalità.
Anche se un detto recita che l’abito non fa il monaco, l’outfit influenza le nostre performance, ad esempio in caso di smart working. Quali sono le implicazioni psicologiche? Cosa consiglia di indossare quando si lavora da casa?
In quest’ultimo anno, anche in ragione dell’aumento esponenziale delle attività in smart working, è cresciuta la proposta di abbigliamento loungewear e sportswear. Del resto, un abbigliamento comodo e avvolgente non è solo una questione “pratica”, dal punto di vista psichico un abbigliamento morbido rappresenta una coccola, un conforto che molti di noi cercano e di cui sentiamo il bisogno in un periodo di distanziamento sociale. Look comodo e professionalità sembrano due concetti in antitesi, ma in realtà esiste un modo per apparire seri, professionali, affidabili senza rinunciare a comodità e praticità.
Ecco 3 semplici consigli dai consulenti d’immagine per giocare sui contrasti: di materiali (un tessuto fluido e morbido abbinato ad uno più rigido e strutturato), di forme (un capo dalle linee morbide e comode e un accessorio deciso dalle linee spigolose), di stile (un capo dallo stile naturale associato ad uno più sofisticato);
- l’armonia d’insieme: il look dovrebbe avere un fil rouge che lo renda armonioso e gradevole e veicola un’immagine di persona curata e attenta. Il filo conduttore può essere il colore o un tema (animalier, natura, etc.), dando un senso ai contrasti e rendendo il tutto più interessante e meno scontato;
- attenzione ai dettagli: basta poco per trasformare un look da cosy-chic a workwear, può essere un bijou o un foulard, o un blazer diverso ed il gioco è fatto;
- inoltre, non scordiamo che saremmo inconsciamente più portati ad avere un comportamento professionale se vestiamo in maniera professionale condizionando in positivo anche le performance.
Da qualche tempo si sente parlare di armocromia, e sempre più persone sono alla ricerca della palette di colori della propria “stagione” cromatica. Ma è davvero così semplice individuare i colori che ci valorizzano al meglio?
L’armocromia ha come oggetto lo studio del colore finalizzato alla valorizzazione dell’immagine, in particolare del viso, delle persone. Nel resto del mondo è nota come analisi del colore o analisi cromatica. Esistono molti metodi di analisi, ognuno con i suoi pregi e i suoi difetti. Ciò che come scuola non promuoviamo, ma purtroppo vediamo diffondersi, è l’illusione che con poche ore di formazione o con qualche lettura si possa sentenziare per ciascuno quali sono i colori valorizzanti, finendo per “intrappolare” le persone in una palette limitata di scelte senza considerare l’impatto che i colori hanno sull’immagine di una persona dal punto di vista semiotico e comunicativo. Quindi, sì l’armocromia è importante e aiuta a valorizzarci, ma non è una scoperta recente ed è un peccato vedere che su certi aspetti sembra di essere tornati agli anni ’80 in cui si seguivano rigorosamente le regole cromatiche nel vestirsi. Ricordiamoci che il colore, così come le forme ed i materiali, sono strumenti a nostra disposizione, sono al nostro servizio per aiutarci ad apparire al meglio e non viceversa: “Impara le regole come un professionista, in modo da poterle rompere come un artista”. (Pablo Picasso)
Quando scegliamo un abito da indossare dobbiamo fare attenzione alla nostra body shape. Quali sono i principali errori da evitare?
Come per l’armocromia, anche lo studio delle forme del corpo presuppone una valorizzazione e un’armonizzazione, in questo caso di volumi e proporzioni. Ma la domanda che ciascuno di noi dovrebbe porsi quando sceglie cosa indossare, non dovrebbe essere “cosa mi sta bene?” ma “cosa mi fa sentire bene?”, talvolta la risposta può coincidere, altre no. Il consulente d’immagine parte da una consapevolezza: ogni fisicità è unica ed ha una bellezza da rivelare. All’ESR, adottiamo una metodologia che elimina la misurazione al centimetro e utilizziamo il “metro positivo”, andando oltre gli studi sulla morfologia del corpo e partendo dal presupposto che, oltre a riequilibrare otticamente la silhouette, è necessario esprimere la propria identità e vestirsi come si è o come si desidera essere. “Perché in fondo si tratta di: essere di più noi stessi per indossare ciò che ci rappresenta” come recita il nostro manifesto. Valorizziamo i punti di forza, decostruiamo i corpi irraggiungibili e irrealistici che ci vengono proposti, riscopriamo la bellezza dell’unicità. Questo è il nostro principale risultato come consulenti d’immagine: valorizzare le differenze e rafforzare la personalizzazione.
Tra le vostre novità ci sono i corsi nell’ambito della Psicologia dell’immagine, un curriculum piuttosto innovativo. Può spiegarci in cosa consiste? Quali sono i vostri corsi più richiesti?
La psicologia dell’Immagine non si ferma all’apparenza e alla mera descrizione di ciò che vediamo. Si tratta di qualcosa di più profondo, che indaga il legame tra psiche ed immagine corporea, immagine di sé, reale e ideale. I corsi di Psicologia dell’Immagine presso la nostra scuola hanno lo scopo di indagare i significati simbolici di abiti e accessori, di colori e forme, di capelli e acconciature. Elementi di apparenza che sono anche una modalità di comunicazione che coinvolge il sé e gli altri in un processo di influenza reciproca. Il percorso si compone di 4 corsi o moduli: Psicologia dell’Immagine di Sé, Psicologia della Moda, Psicologia dei Colori, Psicologia dei Capelli.