A due anni dalla pubblicazione dell’album omonimo, che già aveva messo in chiaro, oltre a una matrice poetico-filosofica, la natura eclettica e imprevedibile del progetto, gli Enjoy the Void – creatura musicale di Sergio Bertolino – tornano con il singolo Song for My Mother, uscito per l’etichetta inglese Rehegoo Music Group.
Il brano
Si tratta di una ballad dalle forti tinte dark, ma capace a tratti di aprire brecce di luce, a testimonianza di un nucleo decisamente contrastato, diviso tra “pulsione di vita” e “pulsione di morte”. È un songwriting che richiama i tempi d’oro del pop britannico, dal David Bowie di Hunky Dory e Ziggy Stardust al John Lennon più cupo e introspettivo, senza però risultare antiquato, riuscendo bensì a riattualizzare certi modelli compositivi (in fondo evergreen) in maniera fresca ed efficacissima.
«Potrei definirla una quasimodea Lettera alla madre centrata sul tema del doppio. La bipolarità rappresenta la chiave concettuale del pezzo, e il videoclip – scritto e diretto da Pasquale Dipino, con riprese e fotografia di Gianfranco Mandola – lo mostra chiaramente. Non a caso l’espediente tecnico più utilizzato è quello dello split screen, con il protagonista e il suo doppio che condividono la scena mai dialogando, mai entrando davvero in contatto, ma ben consapevoli della presenza dell’altro».
Ed ora… qualche domanda!
Domanda per rompere il ghiaccio, chi sono gli Enjoy the Void?
Enjoy the Void è un progetto alternative rock ideato e diretto da Sergio Bertolino. Non si tratta di una band in senso stretto, ma di un collettivo di musicisti operanti nel centro di produzione culturale BAM! (Bottega Artistico Musicale) di Sapri. Tutte le canzoni sono scritte (sia musiche che testi) da Sergio Bertolino, registrate e mixate presso lo studio della BAM! da Giovanni Caruso, con il contributo attivo di musicisti sapresi tra cui Francesco Magaldi, Domenico Anastasio e Lucio Filizola. Attualmente il progetto è sotto etichetta Rehegoo Music Group, una realtà discografica – con sede a Londra, New York e Los Angeles – che punta molto sugli artisti emergenti. Il sound è eterogeneo e raccoglie spunti dai generi più disparati. Si cerca di proporre un nuovo concetto di identità meno standardizzata e catalogabile, più proteiforme e frastagliata, sostanzialmente relazionale.
Ballad, un termine molto utilizzato per descrivere molte canzoni ma cosa si intende appunto per ballad?
Per ballad s’intende una tipologia di canzone contraddistinta da un ritmo lento, melodica, emozionale, intima ed evocativa.
Come nasce il tuo ultimo progetto musicale?
In maniera spontanea, al pianoforte. Sboccia una canzone e si ha voglia di realizzarla nel miglior modo possibile. Ne sbocciano diverse e se ne fa un percorso. Quello appena intrapreso – da marzo, con l’uscita di Insatiable Star – è giunto alla seconda fondamentale tappa di Song for My Mother: un brano sul quale punto moltissimo. L’obiettivo è sfornare singoli in un breve lasso di tempo, e poi riunirli in un Ep. Desidero proporre costantemente materiale nuovo. Le canzoni sono già state scritte. Ora tocca realizzarle.
Progetti futuri?
Scrivere e incidere brani sempre migliori.
Un saluto per i lettori di Cinque Colonne Magazine?
Andate a curiosare nei canali Enjoy the Void. Ci trovate sui social e su tutte le piattaforme digitali. Ascoltate. Un abbraccio e buona musica!