“Days” è il nuovo singolo degli Hiroshi. Un brano che parla di evoluzione, di crescita, che vuole mettere in suoni e parole l’emozione del vivere un cambiamento. Non si tratta dell’attimo di massima tensione, del turbine che ci coinvolge nei momenti clou della nostra esistenza.
Il brano
“Days” parla di ciò che avviene il giorno dopo, dello svegliarsi il mattino seguente, del momento in cui si aprono le finestre della propria camera tirando un forte respiro. È il momento in cui l’aria pungente del mattino apre i tuoi polmoni, regalandoti quella sofferenza che è al contempo inequivocabile segno del fatto che sì, sei ancora vivo. I tuoi occhi sono ancora socchiusi e sofferenti per la troppa luce, la mente offuscata ed un rumore di fondo persistente fra orecchie e cervello ti porta, scemando, ad entrare in contatto con una nuova versione di te. L’eco distorto delle voci all’inizio del brano lasciano quindi spazio ad una voce più definita, segnando questa graduale ripresa di coscienza. Una voce che sembra voler fare il punto di ciò che è accaduto, quasi a riprendere le redini di un discorso stravolto soltanto poche ore prima.
Chi sono gli Hiroshi?
Quattro chiacchere con gli Hiroshi
Proprio in occasione della pubblicazione del singolo “Days” abbiamo potuto scambiare qualche parola con la band tra passato, presente e futuro.
Partiamo rompendo il ghiaccio, chi sono gli Hiroshi e come nascono?
Il progetto Hiroshi nasce nel Marzo 2015 sotto forma di duo elettronico composto da Lorenzo Renzi e Luca Torquati, a cui si sono aggiunti poco dopo Alessio Beato e Nicolò Bacalini. Questa fusione viene fuori dall’esigenza di riadattare alcuni brani di stampo elettronico/digitale ad una realtà caratterizzata da un setup più analogico, in stile dream pop e shoegaze. L’idea era quella creare un equilibrio tra i diversi stili per raggiungere delle sonorità diverse e originali. Questo ci ha portato in un primo periodo a passare molto in studio per lavorare su partiture e arrangiamenti: il nostro obiettivo era quello non solo di avere un prodotto originale, ma anche di poterlo esprimere al meglio durante i live senza troppe difficoltà. Da qui è nato un lungo processo di perfezionamento e studio che ha portato alla luce il primo EP, “Hiroshi” nel 2015 e poi all’uscita dell’album “Anything”.
Come descrivereste la vostra musica a qualcuno che non vi conosce?
È sempre stato un po’ difficile “etichettare” il nostro genere, in quanto sono presenti sfumature di stili diversi, come l’elettronica, lo shoegaze e il dream pop. Ognuno di noi ha cercato di portare il suo contributo ad ogni singolo brano senza aver paura di sperimentare nuove sonorità e cambi di stile, con il risultato di avere sempre un prodotto originale, frutto della creatività dei singoli membri. Di sicuro una nostra caratteristica è quella di amalgamare suoni digitali e analogici: in particolare cerchiamo il giusto equilibrio tra linee di sintetizzatori e chitarre, tra basi di drum machine e batteria acustica, e l’utilizzo della voce come collante tra le varie componenti.
Cosa vuole raccontare il nuovo singolo “DAYS”?
“DAYS” è un brano che parla della quotidiana crescita che ognuno di noi vive individualmente: parla di cambiamento, di quei momenti a cui non dai troppa importanza ma che in realtà ti fanno capire che sei vivo e che il tempo scorre inesorabilmente. Parla di emozioni che, anche se vissute nella nostra intimità, possono essere espresse e condivise, nel nostro caso con la musica.
Com’è un vostro “Day” tipico?
La nostra giornata è come quella di tanti altri: abbiamo il nostro lavoro e spesso spendiamo tempo ed energie a fare qualcosa che non ci piace, ma che dobbiamo portare comunque portare a termine. La cosa che sicuramente ci accomuna è la passione per la musica, quindi appena abbiamo tempo ci troviamo in sala prove, oppure ognuno di noi suona a casa con varie strumentazioni. Ascoltiamo tutti molta musica, anche completamente diversa l’una dagli altri e questo ci permette anche di generare nuove idee e fusioni. Siamo consapevoli che, oggi più che mai, la nostra quotidianità è influenzata da fattori esterni che possono compromettere la possibilità di fare quello che più amiamo, ma non ci tiriamo indietro e cerchiamo continuamente di fare quello che più ci piace: suonare.
Progetti futuri?
Per adesso siamo concentrati sull’uscita dell’album e su tutto il lavoro che c’è dietro. Di sicuro vorremmo ricominciare a suonare live il prima possibile, anche se purtroppo i tempi, per adesso, non ce lo permettono. I concerti hanno sempre rappresentato un forte stimolo per noi, perché ci permettono di avere un feeling diretto con il pubblico e perché possiamo esprimere al meglio le nostre qualità e il nostro sound. Poi siamo stati sempre un gruppo che spende molto tempo in sala prove, quindi finché ci saranno idee, ci sarà Hiroshi.
Un saluto ai lettori di Cinque Colonne Magazine?
Ciao a tutti, ci vediamo presto!