Nelle ultime 24 ore almeno 3mila persone, di cui 1.800 bambini, sono entrate nel distretto di Rubavu in Ruanda dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) a seguito delle continue eruzioni vulcaniche che portano polvere e cenere vicino al città principale di Goma. Nella regione, continuano i terremoti e le comunità temono un’altra violenta eruzione a breve. È l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Il 22 maggio l’improvvisa eruzione del vulcano Nyiragongo ha fatto scorrere la lava nelle aree popolate di Goma, distruggendo circa 1.000 case in quattro villaggi, sei scuole e infrastrutture essenziali, tagliando energia e acqua a centinaia di migliaia di persone. Sotto la minaccia di un’altra eruzione, ieri a decine di migliaia di persone è stato ordinato di lasciare Goma e ora si stanno spostando nelle città vicine e in Ruanda, dove la situazione al confine nel distretto di Rubavu è disperata.
Il governo del distretto di Rubavu prevede che circa 10mila persone entreranno nel paese nei prossimi giorni e ha istituito tre siti temporanei per i rifugiati: il sito di Inyemeramihigo che può ospitare 6.000 persone, il sito di Busasamana che ne può ospitare 2.000 e il sito di Nyundo per altre 2.000 persone.
Gli operatori di Save the Children sul campo a Rubavu sta intervenendo per predisporre sistemi di protezione dei minori, con la registrazione dei bambini dispersi e il supporto per il tracciamento dei nuclei familiari e il ricongiungimento per i minori non accompagnati o separati dalle famiglie. L’Organizzazione ha anche mobilitato donazioni di beni essenziali come materassi e secchi per raccogliere l’acqua per tutta l’area, da distribuire ai bambini sfollati e alle famiglie.
“Nuovi sfollati dalla Repubblica Democratica del Congo stanno continuando ad arrivare nei tre campi nel distretto di Rubavu, e sono in maggioranza bambini. Solo ieri almeno 800 bambini con le loro famiglie sono arrivati al campo di Inyemerahimigo. Molti di questi bambini arrivano con soltanto i vestiti addosso. Siamo fortemente preoccupati per la loro salute e stiamo facendo tutto il possibile perché possano essere al sicuro dopo lo sfollamento. Stiamo lavorando con il governo per mettere in atto le misure necessarie in caso di un’altra improvvisa eruzione” ha dichiarato Aurore Kiberinka, Responsabile Protezione Minori di Save the Children in Ruanda.
“Stiamo aspettando di vedere cosa farà il vulcano nelle prossime ore, giorni e settimane, con il fiato sospeso. Se dovesse eruttare completamente, sarebbe una catastrofe umanitaria. Il 60% delle persone che attraversa il confine con il Ruanda è formato da bambini. Sono stanchi, affamati e spaventati, e i nostri operatori lavorano senza sosta per rispondere alle loro esigenze. Simao orgogliosi del loro impegno instancabile in una situazione molto difficile. Stiamo lavorando senza sosta per garantire che questi bambini siano al sicuro e protetti mentre i loro genitori cercano l’essenziale per sopravvivere in questa condizione di sfollamento” ha detto Maggie Korde, Direttrice di Save the Children in Ruanda.
Save the Children sta intervenendo anche a Goma, dove opera attraverso il suo partner locale Umoja in Action per supportare il ricongiungimento dei bambini con le loro famiglie, insieme al Child Protection Working Group e ad altre organizzazioni coinvolte negli aiuti.