Anche per l’Italia è arrivato il momento di adeguarsi agli standard europei in tema di congedo di paternità, secondo quanto recentemente annunciato dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti. Già all’inizio dell’anno i giorni obbligatori di paternità sono stati aumentati da 3 a 10, un valore comunque inferiore ad altri Paesi. Ma a partire dal 2022 potrebbero salire gradualmente da 10 a 90, secondo le disposizioni introdotte nel Family Act, prossimo all’approvazione in Parlamento. Una misura che ha come scopo finale quello di ridurre il “gender gap” sui luoghi di lavoro, ovvero di equiparare le posizioni di madri e padri sul piano dei costi sostenuti dai datori di lavoro a fronte delle nuove nascite. Ma se l’Italia si accinge a riconoscere ai neo papà circa 3 mesi di congedo, come si comportano gli altri Paesi? Una risposta arriva dall’analisi realizzata dallo Studio legale Daverio & Florio, che in Italia rappresenta Innangard, il network internazionale specializzato in diritto del lavoro, che ha indagato le differenti misure applicate in 10 Paesi[1] in merito ai congedi di paternità.
Congedo di paternità: gli standard europei
L’aumento in Italia a 90 giorni per i papà ridurrebbe il gap con Paesi più virtuosi come la Spagna (fino a 112 giorni per entrambi), la Svezia (480 giorni da dividere tra i due genitori), e la Germania (fino a 1.095 giorni per tutti e due), nazioni che fissano per madri e padri gli stessi diritti sul periodo di congedo in conformità con le linee guida europee, secondo cui alla nascita di un figlio entrambi i genitori hanno diritto ad almeno 4 mesi di congedo ciascuno.
Parità che, al contrario, in altri Paesi (tra cui l’Italia) non esiste: in Belgio i giorni di congedo per i neo papà sono 15, in Irlanda e Regno Unito sono 10 ein Svizzera 14. In Francia i giorni sono recentemente aumentati a 25, ma ancora non raggiungono il livello delle madri.
“L’Italia sta facendo passi da gigante nel processo di equiparazione dei diritti dei lavoratori – commenta Bernardina Calafiori, socio fondatore dello Studio Legale Daverio & Florio e vicepresidente di Innangard. Prima con l’allungamento della paternità a 10 giorni obbligatori e adesso con questa nuova misura del Family Act, anche se aspettiamo di capire se sarà approvata integralmente. Non dobbiamo sottovalutare il costo dell’intera operazione che difatti, come ha specificato la Ministra Bonetti, sarà graduale, ma è pur vero che questo è il momento di fare scelte coraggiose in linea con gli standard europei, in quanto possiamo contare sul sostanzioso aiuto del Pnrr.”
Se l’Italia inizia a muovere i primi passi nella direzione dell’attuazione di politiche più inclusive e paritarie in ambito occupazionale, è la Spagna il Paese che nel 2021 ha il merito di aver accorciato le distanze di trattamento tra lavoratrici e lavoratori quando si parla di figli. Dal 1° gennaio, il congedo parentale spagnolo è stato fissato per entrambi i genitori fino a 16 settimane (112 giorni), retribuite al 100%.
I Paesi scandinavi prevedono da anni la parità nei congedi concessi: la Svezia ne è un esempio. Qui, alla nascita del figlio entrambi i genitori hanno diritto a spartirsi 480 giorni, di cui 60 obbligatori per uno dei due e i restanti 420 divisi liberamente nella coppia, remunerati all’80% del salario. Anche in Germania vige la parità di trattamento tra madre e padre: entrambi quando hanno un figlio possono lasciare il lavoro per un massimo di 3 anni (1.095 giorni), durante i quali ricevono un’indennità parentale dallo Stato, per un massimo di 14 mesi combinati tra i due, equivalente a circa il 67% del proprio stipendio netto con un minimo di 300 e un massimo di 1.800 euro al mese.
Tempo di novità in Francia, dove dal 1° luglio il congedo di paternità è aumentato da 11 (18 in caso di nascite multiple) a 25 giorni (32 per nascite multiple) in totale, di cui 4 giorni sono obbligatori, con retribuzione scalata secondo il tipo di contratto del lavoratore. Nei Paesi Bassi alla nascita di un figlio il padre riceve un congedo pagato di 1 settimana e non pagato di 5 settimane (35 giorni) da prendere entro i primi 6 mesi post parto.
Infine, in Belgio, ai papà spettano 15 giorni di congedo da prendere entro 4 mesi dal giorno della nascita del figlio, in Irlanda e Regno Unito il congedo obbligatorio equivale a 10 giorni lavorativi, mentre in Svizzera, il congedo introdotto solo nel 2021 equivale a 14 giorni, pagati all’80%, da prendere entro 6 mesi dalla nascita. Ogni Paese poi differenzia a seconda dei casi. In Irlanda, per esempio, si distingue tra maternità/paternità prima e subito dopo la nascita e congedo parentale successivo, concesso fino a un massimo di 5 settimane (25 giorni) pagato per ogni genitore durante i primi due anni di vita del bambino o, in caso di adozione, entro due anni. In Regno Unito invece il padre può ottenere, in aggiunta ai 10 previsti, altri giorni di congedo presi da quelli spettanti in origine alla madre.
I numeri sulle colonne di ciascun Paese indicano il totale dei giorni di congedo, ottenuto dalla somma dei giorni obbligatori e facoltativi.
Chi siamo
Lo Studio Legale Daverio&Florio è specializzato nel Diritto del Lavoro e nel Diritto della Previdenza Sociale e fornisce assistenza legale giudiziale e stragiudiziale in Italia e all’estero. E’ tra i fondatori di Innanagard (www.innangardglobal.com), il network internazionale di specialisti di diritto del lavoro nato con l’obiettivo di fornire ai propri clienti la migliore assistenza legale anche oltre i confini dei rispettivi Paesi, di cui l’Avvocato Bernardina Calafiori, socio fondatore dello Studio, è Vicepresidente. Possiede uno specifico Dipartimento Studi, diretto dal Prof. Vincenzo Ferrante, ordinario di Diritto del lavoro presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano, che ha curato, fra l’altro, la realizzazione del “Codice Europeo del Lavoro”, la prima raccolta delle più importanti norme comunitarie relative ai rapporti di lavoro.
[1] Italia, Spagna, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Svizzera, Svezia, Regno Unito, Irlanda.