I Confidi grandi sono in grado di offrire alle aziende servizi a prezzi più contenuti dei piccoli, piu’ i Confidi sono piccoli maggiore è il costo del servizio che scaricano sulle imprese associate
I Confidi al Sud sono più piccoli, a parità di grandezza erogano meno garanzie, e offrono alle imprese finanziamenti a un tasso quasi doppio rispetto ai Confidi del Centro-Nord. Per questo, secondo la Svimez, serve una riorganizzazione del settore che agisca sul miglioramento strutturale e l’efficienza gestionale per rispondere meglio alle esigenze delle aziende. E’ quanto emerge dal corposo “Rapporto Svimez su relazionibanca-impresa e ruolo dei Confidi nel Mezzogiorno. Mercato, regole e prospettive di sviluppo” presentatooggi a Roma alla Camera dei Deputati. Condotto su dati Banca d’Italia, UniCredit, Fedart Fidi e Unioncamere, lo studio analizza negli anni 2006-2011 l’andamento economico e le prospettive di sviluppo dei Confidi, consorzi intermediari tra banche e imprese, che garantiscono finanziamenti a tasso agevolato alle aziende. Nello studio anche un’analisi particolareggiata e inedita condotta direttamente su centinaia di statuti e bilanci di campioni di Confidi. Nello studio si prende in esame negli anni pre-crisi 2006-2007 un campione di 440 Confidi, di cui 270 al Centro-Nord e 170 al Sud, divisi tra piccoli (garanzie inferiori a 3 milioni di euro), medi (da 3 a 20) e grandi (oltre 20). Dallo studio emerge che al Sud i Confidi sono relativamente più piccoli; su 100 Confidi, al Sud il 37% e’ piccolo, più del doppio del Centro-Nord (17,8), e solo il 16% può definirsi grande (contro il 42% dell’altra ripartizione). A parità di grandezza, i Confidi del Centro-Nord erogano più garanzie, 27 milioni di euro in media contro 22 milioni. Differenze anche sul fronte del risultato di gestione: se questo è simile tra le due ripar-tizioni per i Confidi grandi, (159mila euro del Centro-Nord contro 144mila del Sud) a soffrire di più sono i Confidi piccoli e medi. Un Confidi piccolo del Centro-Nord nel periodo in questione dichiara un risultato reddituale di quasi 4mila euro, mentre il suo omologo meridionale lamenta una perdita di quasi 5500 euro. E ancora: un Confidi medio del Centro-Nord ricava oltre 66mila euro contro una perdita del suo omologo me-ridionale di 11mila euro. I Confidi grandi sono in grado di offrire alle aziende servizi a prezzi più contenuti dei piccoli, piu’ i Confidi sono piccoli maggiore è il costo del servizio che scaricano sulle imprese associate. Soprattutto al Sud: per un’impresa rivolgersi a un Confidi meridio-nale vuol dire spendere quasi il doppio (5,5% contro il 3%) di quanto spende un’impresa che si rivolga a un Confidi operante nel Centro-Nord. Interessanti anche i risultati che emergono da un’analisi sui bilanci di 13 grandi Confidi meridionali, di cui 7 siciliani (Confeserfidi, Commerfidi, Confidi Fideo, Credimpresa, Unifidi imprese, Fidimpresa Confidi, Inter-confidi med), 3 sardi (Confidi Sardegna, Consorzio Fidi Fin, Sardafidi), 2 abruzzesi (Confidi mutualcredito, Intecredit Confidi Imprese), 1 pugliese (Cofidi Puglia) relativa agli anni 2009-2011, le cui performances sono state confrontate con un Confidi maggio-re particolarmente virtuoso a livello nazionale (Eurofidi, ossia il più grande Confidi ita-liano con sede legale in Piemonte e uno dei più rilevanti soggetti di garanzia fidi a livello mondiale). Dall’analisi emerge che nel periodo in questione i Confidi sono cresciuti circa del 6%, a fronte del + 13% di Eurofidi.