Quella che doveva essere una delle tante passerelle per la sfilata dei politici diventa un’ulteriore debacle per Giovanardi e il governo tutto; a partire dalla mancata partecipazione del premier (lui e l’ideale di famiglia cattolica sono un po’ idiosincrasici) fino alle aperte contestazioni di enti locali ed addetti ai lavori
I fondi sono in contrazione, alcune strutture chiave del welfare non reggono alla riduzione dei fondi, gli operatori sono sotto pressione. Nella seconda giornata della Conferenza nazionale sulla famiglia sono emerse dai gruppi di lavoro la luci e le ombre della rete degli aiuti e dei servizi che, nelle parole di esperti ed autorità locali, non tengono più il peso dei cambiamenti sociali. Critiche che non hanno risparmiato il Governo, accusato, da alcuni protagonisti, di non garantire il dialogo sufficiente ad affrontare la crisi. Innanzitutto le risorse: stando ai calcoli di Luigi Campiglio dell’Università Cattolica di Milano sulle serie Inps, alle misure previdenziali per le famiglie sono venuti meno 11,4 miliardi di euro tra il ’96 e il 2008. Poi i servizi: tra il 2007 e il 2009 secondo Giovanni Battista Ascone, del settore materno-infantile del ministero della Salute, hanno chiuso i battenti ben 176 consultori, che sono passati da 2087 a 1911.
Nel 23% si registra una sofferenza di personale, visto che possono contare su appena 1-3 operatori. L’economista Giancarlo Rovati dell’Università cattolica del Sacro cuore, poi, ha ricordato che 1,3 milioni tra bambini ed anziani, hanno problemi a mangiare tutti i giorni per la povertà . A fronte di queste emergenze, è polemica tra l’Osservatorio sulla famiglia istituito presso il Governo, organizzatore dell’evento milanese, e l’assessore della Liguria alle Politiche Sociali Lorena Rambaudi, coordinatrice della commissione welfare della Conferenza delle Regioni. Secondo l’assessore le Regioni sono state invitate formalmente a partecipare alla Conferenza sulla famiglia, ma non a collaborare fattivamente, visto che la bozza di Piano sulla famiglia in discussione a Milano non è stata loro previamente sottoposta. Dal canto suo anche l’Osservatorio ha lamentato, da parte del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, un mancato (e immotivato) sostegno alla quantificazione dei costi e degli aspetti economici e fiscali del Piano stesso. I malumori degli operatori dei servizi sono emersi per voce dell’Ordine degli assistenti sociali che, in un messaggio rivolto al sottosegretario Carlo Giovanardi, hanno lanciato una provocazione molto chiara: “che senso ha inaugurare una Conferenza della famiglia – chiedono gli assistenti sociali a Giovanardi – se appare chiaro che non si intende investire su questa istituzione?”. La giornata finale della Conferenza vedra’ domani a Milano, a confronto con questi pesanti interrogativi, oltre ai sindaci di molte citta’ tra cui quello della capitale Gianni Alemanno, Gianfranco Rotondi, ministro per l’Attuazione del Programma di Governo, Angelino Alfano ministro della Giustizia, Giorgia Meloni, ministro della Gioventu’, Eugenia Roccella, sottosegretario al ministero della Salute, e poi Vito De Filippo, della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, Alessandra Mussolini, presidente della Commissione Parlamentare per l’infanzia e l’Adolescenza e Tiziano Treu, vice Presidente della Commissione Lavoro e Previdenza del Senato. Su tutti, e in particolare sul sottosegretario Carlo Giovanardi, cui tocchera’ tirare le fila di questa tre giorni cui hanno contribuito oltre 2mila partecipanti, incombe il richiamo dei vescovi. Da Assisi, dove si svolge la loro 62.ma Assemblea generale, essi infatti hanno detto di attendersi da chi ha responsabilita’ pubbliche, ”un’attenzione maggiore, una cura piu’ grande verso tutte quelle situazioni sociali in cui le famiglie rischiano di essere le piu’ dimenticate”.