Il Consiglio Europeo ha approvato la sua posizione negoziale (orientamento generale) sulla direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili. Sulla base di tale mandato, la presidenza del Consiglio avvierà i negoziati con il Parlamento europeo una volta che quest’ultimo avrà adottato la sua posizione.
“Le nuove modalità di lavoro possono offrire molti vantaggi sia ai lavoratori che all’economia. Ciononostante, dobbiamo anche garantire di essere in grado di affrontare gli eventuali problemi che potrebbero emergere. Iscrivendosi nella risposta alle sfide poste da queste nuove forme di lavoro subordinato, il progetto di direttiva in questione definisce un numero di diritti minimi per i lavoratori” ha dichiarato Biser Petkov, ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Il progetto di direttiva affronta le sfide generate dagli sviluppi nel mondo del lavoro, inclusa la crescente flessibilizzazione del mercato del lavoro e, in particolare, l’aumento del numero di forme di lavoro subordinato “non standard”, come il lavoro temporaneo, a tempo parziale e intermittente, i contratti a zero ore, il lavoro a chiamata e multilaterale. Spesso le nuove forme di lavoro subordinato non sono regolari o stabili come i rapporti di lavoro tradizionali e possono portare a una minore prevedibilità per i lavoratori interessati, creando incertezza in merito alla protezione sociale e ai diritti applicabili. Possono addirittura portare a situazioni di grande dipendenza e precarietà in cui i lavoratori non sanno se e quando lavoreranno il giorno successivo.
Il progetto di direttiva include obblighi riveduti di informare i lavoratori degli aspetti essenziali del loro lavoro, per iscritto e tempestivamente. Le tempistiche per il ricevimento di tali informazioni sono state ridotte da due mesi a una settimana per le informazioni iniziali di base ed entro un mese dal primo giorno di lavoro per il resto delle informazioni. Tra queste figurano informazioni sul luogo di lavoro, il tipo di lavoro, l’orario di lavoro, la retribuzione, la durata delle ferie retribuite, l’istituzione che riceve i contributi sociali, i diritti alla formazione e la procedura relativa alla cessazione del rapporto di lavoro. Una delle novità è che se l’organizzazione del lavoro è imprevedibile, il datore di lavoro dovrà comunque indicare il periodo di riferimento durante il quale al lavoratore può essere imposto di lavorare e la durata minima del preavviso.
È inoltre definita una serie di diritti minimi dei lavoratori, tra cui:
- la limitazione a 6 mesi della durata del periodo di prova all’inizio del rapporto di lavoro
- la possibilità di accettare altri impieghi presso altri datori di lavoro in parallelo
- il diritto di sapere con un preavviso ragionevole quando si svolgerà il lavoro
- il diritto di chiedere un posto di lavoro più sicuro e ricevere una risposta scritta dal datore di lavoro
- il diritto di beneficiare gratuitamente della formazione obbligatoria