L’Italia è stata nuovamente accusata dalla Commissione europea di non aver rispettato la direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari. La Commissione ha inviato a Roma un parere motivato, il secondo passo della procedura d’infrazione. L’Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere alle istanze europee.
Concessioni balneari: come nasce lo scontro?
La vicenda ha inizio nel 2016, quando la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) stabilisce che la normativa italiana sulle concessioni balneari è incompatibile con il diritto dell’Ue. La direttiva Bolkestein, infatti, prevede che le concessioni di beni demaniali, come le spiagge, debbano essere assegnate tramite gare pubbliche. L’Italia, invece, ha prorogato più volte le concessioni vigenti, fino al 2033. Inoltre, ha vietato alle autorità locali di avviare o proseguire procedimenti pubblici di selezione per l’assegnazione di nuove concessioni. In seguito a questa sentenza, la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Nel 2020, ha inviato a Roma una lettera di messa in mora, chiedendo al Governo di adeguare la normativa nazionale alle disposizioni della direttiva Bolkestein.
Cosa dice la Commissione europea?
“In una sentenza del 14 luglio 2016 emessa a seguito di un rinvio pregiudiziale del Tribunale amministrativo regionale della Lombardia (cause riunite C-458/14 e C-67/15), la Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che la normativa pertinente e la pratica esistente a quel tempo in Italia di prorogare automaticamente le autorizzazioni vigenti delle concessioni balneari erano incompatibili con il diritto dell’Unione. L’Italia non ha attuato la sentenza della Corte“.
La risposta italiana
Nel 2022, il Governo italiano ha approvato una legge sulla concorrenza che prevede l’assegnazione delle concessioni balneari tramite gare pubbliche a partire dal 2024. Una prima risposta che ha fatto felice l’UE ma la “nuova” legge ha anche previsto una serie di misure per tutelare gli operatori storici, come la possibilità di ottenere una proroga di 10 anni delle concessioni esistenti. Questo ha “infastidito” ancor di più la Commissione europea che sta procedendo con la procedura d’infrazione.
Le implicazioni della vicenda
La vicenda delle concessioni balneari ha implicazioni significative per l’Italia e per l’Unione europea. Per l’Italia, la vicenda rappresenta una sfida importante, sia dal punto di vista giuridico che politico. In caso di pronunciamento negativo della Corte di Giustizia, l’Italia dovrà modificare la sua normativa sulle concessioni balneari, con un impatto significativo sul settore. Per l’Unione europea, la vicenda rappresenta un test importante per l’applicazione del diritto dell’Ue. In caso di pronunciamento positivo della Corte di Giustizia, la sentenza rappresenterebbe un precedente importante per la tutela della concorrenza e della libera circolazione dei servizi nell’Unione europea.