La musica napoletana continua ad allietare la Russia. Si è svolto il 21 maggio pressola Filarmonica di Velikij Novgorod il concerto dell’ensamble di Archi del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, diretto dal maestro Antonio Colica con la partecipazione del soprano Paola Tedesco. E’ un amore antico quello che lega la Russia alla musica napoletana. Il massimo splendore per la musica nostrana si ebbe nel ‘700 alla corte degli zar quando si registrò un vero e proprio “flusso migratorio” di strumentisti, vocalisti e attori oltre gli Urali. Il primo a tentar la fortuna in Russia fu Pietro Mira che insieme a tanti artisti, musicisti e uomini dello spettacolo, si spostò in a San Pietroburgo con l’intento di internazionalizzare il proprio talento, e in molti ci riuscirono. A ricordarlo è stato anche l’ambasciatore Pasquale Terracciano che relativamente al Conservatorio di San Pietro a Majella ha detto:” Si tratta di una delle istituzioni musicali più antiche e prestigiose del panorama italiano e europeo, e a questo proposito vorrei ricordare come la storica scuola musicale napoletana lasciò la sua traccia indelebile anche in Russia già dal Settecento, quando Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello vennero invitati alla corte di Caterina II dove scrissero alcune delle loro più celebri composizioni”.
Domenico Cimarosa, aversano (Napoli), arrivò a San Pietroburgo nel 1787 dove rimase quasi 4 anni come maestro di cappella e compositore di corte di Caterina II, componendo due opere serie e numerose cantate. Quando poi si trasferì subito dopo a Vienna nel 1791, compose il suo capolavoro “Il matrimonio segreto” rappresentato ben 110 volte consecutive al suo ritorno a Napoli. Ma anche i numeri di Giovanni Paisiello, tarantino, non sono da meno. Il nostro musicista giunse su invito di Caterina II a San Pietroburgo il 1776 e vi rimase fino al 1783; nel 1782 compose il famosissimo “il barbiere di Siviglia” che ebbe un numero impressionante di rappresentazioni non solo in Europa ma anche oltre Oceano, a Città del Messico nel 1801. Due artisti straordinari che, come ricorda Sandro Teti Editore, ebbero in dono dall’imperatrice Caterina II due splendidi pianoforti a tavolo custoditi proprio nel Museo degli strumenti musicali di San Pietro a Majella di Napoli. Per gli amanti della musica classica è un’occasione imperdibile, per i turisti, il Museo è una tappa obbligatoria. Entrambi i pianoforti furono poi momentaneamente ceduti alla Russia per l’evento tenutosi nel novembre dello scorso anno all’Ermitage di San Pietroburgo in occasione della VII edizione del Forum Internazionale della cultura di San Pietroburgo. Oggi però sono visibili al Museo del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, testimoni di un fil rouge con la Russia che non si è mai interrotto.
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