Il preciso intento di trovare delle prospettive comuni pur partendo dall’universo composito delle diverse professioni della comunicazione. La proposta concreta di una piattaforma online condivisa da tutte le associazioni di categoria per dare vita a una bibliografia e a un bacino di documenti e ricerche sul “mestiere” di comunicatore. Questo il risultato emerso dal convegno Con-Comunicare – Relazioni pubbliche, relazioni istituzionali e comunicatori: proposta di un tavolo comune, tenutosi oggi, 24 novembre 2015, presso l’Aula Mauro Wolf del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università la Sapienza. L’evento, in occasione della nuova pubblicazione di Agenda del Giornalista-RP Contact Il principale strumento professionale per la comunicazione, le relazioni pubbliche e istituzionali,è stato organizzato dal Centro di Documentazione Giornalistica, in collaborazione con Il Chiostro – Trasparenza e professionalità delle lobby.
Ai lavori hanno preso parte rappresentanti di numerose associazioni ed esperti del settore.
“È difficile rappresentare il mondo della comunicazione – ha esordito nei suoi saluti di benvenuto Mario Morcellini, Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale de La Sapienza – come un sistema coeso. I protagonisti che ne fanno parte sono più intenzionati alle relazioni con l’esterno che con l’ambiente interno. Un tavolo comune esplorativo è un primo passo per arrivare a delle proposte concrete. L’obiettivo di questo momento di confronto è quello di definire senza dubbio delle istanze comuni”.
“Le professioni della comunicazione – ha sottolineato Marcella Cardini, direttore del Centro di Documentazione Giornalistica – sono sempre state in continuo evolversi, come fotografato negli anni dall’Agenda del Giornalista, ed oggi si parla di oltre 100.000 professionisti e 11 associazioni di categoria che lavorano per la rappresentatività del settore. Dall’esterno è, talvolta, difficile riconoscere le diverse competenze specifiche. Quali siano gli altri nodi, oltre a quello della riconoscibilità, e quali i margini per delineare un quadro comune sono gli interrogativi che appuntamenti come questo devono risolvere come risultato di un confronto costruttivo”.
“Nell’ambito della comunicazione si contano sempre più nuove esigenze di autonomia professionale – ha dichiarato Giuseppe Mazzei, presidente de Il Chiostro trasparenza e professionalità delle lobby – ma questa crescente frammentazione non deve portarci a perderci per strada. Esistono certamente problemi comuni che possono essere risolti con azioni condivise. Fondamentali risultano il dialogo tra le associazioni e un meccanismo virtuoso tra il mondo accademico e quello professionale, tra formazione e lavoro”.
“L’urgenza di un filo comune, l’obiettivo di fare chiarezza con un occhio vigile su ciò che accade all’estero e maggiore attenzione alla diversità”, sono stati gli spunti di riflessione di Toni Muzi Falconi, docente di relazioni pubbliche, comunicazione globale e interculturale e senior counsel di Methodos, che ha lanciato anche la proposta di un link condiviso per la raccolta di quanti più documenti e ricerche vi siano sul profilo del comunicatore.
Di “incontro spartiacque tra un passato fatto di parole e un punto di non ritorno che guardi al futuro come un percorso comune tra tutte le associazioni” ha parlato Giancarlo Panico, delegato editoria, informazione e comunicazione Ferpi, aggiungendo come elementi imprescindibili per andare avanti “l’utilizzo di un linguaggio comune, l’affermazione del carattere economico della professione del comunicatore, la distinzione dal profilo di giornalista e la creazione di una bibliografia unica sulle discipline della comunicazione”.
Uno dei versanti più deboli emersi dal dibattito è “il rapporto problematico che la Pubblica amministrazione e il mondo della politica hanno con le professioni della comunicazione”, come ha evidenziato Pier Carlo Sommo, segretario generale Comunicazione Pubblica, parlando anche di “falle e incongruenze sotto il profilo normativo”.
“La comunicazione rappresenta uno dei driver più importanti per lo sviluppo di un’organizzazione e proprio da questa sua natura – ha puntualizzato Antonio Ferro, socio Assorel – deriva l’esigenza di porre maggiore attenzione sia sulla rappresentatività sia sulle competenze di tutti gli attori coinvolti”.
“Le numerose specializzazioni del settore della comunicazione – ha detto Erica Lo Buglio, membro del Consiglio Direttivo Unicom – si impongono come una necessità legata alla crescita professionale. Occorre, però, portare avanti senza indugi e in modo congiunto le istanze che ci accomunano”.
Sotto i riflettori dell’analisi condotta anche il ruolo del comunicatore interno, definito da Maurizio Incletolli, presidente Ascai, come “figura fondamentale ma particolarmente critica e spesso bypassata in favore della comunicazione esterna”.
“L’urgenza del riconoscimento della professione di comunicatore” è stata sottolineata da Renato Vichi, responsabile media relations Italia Unicredit. “Bisogna essere in grado di voltare pagina, abbandonando il provincialismo tipico italiano e dedicando alla formazione di qualità la giusta attenzione. D’altronde, il nostro lavoro – ha chiosato Vichi – è fatto soprattutto di risultati”.