I criteri con cui il Fondo di solidarietà comunale 2015 sarà ridotto di altri 100 milioni di euro, passando così da 2.500 a 2.600 milioni, sono stati comunicati dal Governo ai rappresentanti degli Enti locali venerdì scorso in una riunione della Conferenza Stato, città e Autonomie locali. Lo ha comunicato il dipartimento della Finanza locale in una nota dove si annuncia anche l’adozione del decreto che ripartisce i nuovi tagli, che incideranno inevitabilmente sulla predisposizione dei bilanci di previsione.
Le riduzioni, stabilite con il secondo provvedimento di spending review (Dl 95/2012, articolo 16, comma 6), infatti, vanno ripartite per ogni Ente con uno specifico decreto non regolamentare del ministero dell’Interno “sempre in proporzione alla media delle spese sostenute per consumi intermedi nel triennio 2010-2012 desunte dal Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE)”.
Il criterio seguito dal Viminale sarà quello già adottato nel decreto 3 marzo 2014 per le decurtazioni dello scorso anno. Per il 2015, quindi, l’incremento proporzionale delle quote a carico di ciascun Ente interessato sarà del 4% rispetto al 2014. Il provvedimento, ad ogni modo, terrà conto e applicherà la “clausola di salvaguardia” per la quale la riduzione a ogni Comune “calcolata per abitante non può superare la misura massima del 250% della media costituita dal rapporto tra le riduzioni calcolate sulla base dei dati SIOPE 2010-2012 e la popolazione residente di tutti i Comuni rientranti nella stessa classe demografica di appartenenza (articolo 156 del Tuel)”.
Le riduzioni di quest’anno, infine, saranno cumulate con quelle del 2014, andando a incidere sul Dpcm che ripartirà le risorse del Fondo di solidarietà comunale per il 2015.