Un professionista in grado di sviluppare i processi mentali necessari all’analisi di problemi progettuali complessi e trovare soluzioni logiche e creative capaci di promuovere efficienza e innovazione nei campi del Design, dell’Architettura e dell’Ingegneria. Ecco che cosa è un Computational Designer, la figura che andrà a formare il nuovo Corso di Alta Formazione in Computational Design di POLI.design che prenderà il via a giugno 2019 sotto la Direzione Scientifica di Michela Rossi, di Attilio Nebuloni, Direttore Tecnico del Corso e di Giorgio Buratti, co-direttore del Corso con una faculty che vede docenti del Politecnico di Milano e progettisti esperti in Computational Design.
Un percorso formativo innovativo e sperimentale che si propone di fornire le competenze ed il metodo per poter acquisire i principi base della modellazione algoritmica e apprendere gli strumenti teorici propri del Computational Design, un concetto in continua evoluzione, che definisce l’applicazione di strategie computazionali al processo progettuale nei suoi numerosi aspetti e attività. Il valore aggiunto che la figura che verrà formata in questo sarà in grado di fornire non è legato ad una precisa classe di strumenti software, ma alla capacità di analizzare e risolvere problemi di natura formale, funzionale e produttiva attraverso l’utilizzo di applicazioni informatiche e l’implementazione dei procedimenti di lavoro necessari.
Un corso che risponde ai cambiamenti di natura economica, sociale e culturale che hanno accelerato l’avvento di una società digitale e globalizzata. L’adozione di software di modellazione sempre più potenti e sofisticati e l’avvento di processi di fabbricazione digitale e robotizzata, richiedono ai progettisti impegnati una continua revisione di metodi e strategie di lavoro per rimanere competitivi. Il continuo processo di decodificazione dell’ambiente reale conseguente all’affermarsi dell’infrastruttura virtuale delle ICT, crea un flusso continuo di dati che, se opportunamente gestito, permette di articolare le istanze di progetto in strutture relazionali emergenti capaci di trasferire agli artefatti caratteristiche tipiche dei sistemi viventi, quali la capacità di adattamento, di trasformazione e di auto-organizzazione.
Il Computational Design struttura il progetto dalla fase di concezione alla sua reificazione, promuovendo la ridefinizione della relazione tra artefatto, materia e fabbricazione e sperimentando scenari progettuali che, nell’interpretazione dei concetti di responsività e interattività, integrano l’aderenza con il contesto e sottolineano la centralità dell’uomo.
Proprio per questo l’obiettivo di questo nuovo corso è quello di formare una figura di progettista operante nel campo del Design, dell’Architettura e dell’Ingegneria, con competenze strategiche e strumentali atte allo sviluppo ed implementazione di algoritmi e applicazioni a supporto del progetto. Attraverso workshop e moduli didattici frontali, durante il corso saranno affrontati i principali linguaggi, tecniche, strumenti e piattaforme di programmazione (Processing, Grasshopper, Firefly, Arduino), la loro interazione nella gestione integrata dei dati, la modellazione algoritmica e l’interazione responsiva di un prototipo di studio con il contesto ambientale.
Il Corso è indirizzato, infatti, a progettisti, professionisti, studenti e laureati in Architettura, Ingegneria e Design, che intendono acquisire i principi base della modellazione algoritmica e apprendere gli strumenti teorici propri del Computational Design. Il corso ha una durata complessiva di 160 ore, di cui 120 per attività di formazione frontale, apprendimento e sperimentazione guidata degli strumenti base del progetto computazionale (primo blocco didattico) e 40 ore di progettazione e sviluppo di un prototipo modulare/responsivo, in forma di workshop progettuale (secondo blocco didattico).