Presentata l’iniziativa che prevede la nascita di un impianto di compostaggio del residuo umido dei rifiuti urbani su suoli comunali a Scampia. Ovviamente già fioccano prese di posizione a tutto spiano e addirittura il governatore Caldoro si è detto contrario all’iniziativa come l’immancabile presidente della circoscrizione di competenza. Posizioni personali che, però, lasciano straniti nel mostrare ai cittadini come uguali istituzioni si possano contrapporre l’un l’altra per questioni di bandiera più che confrontarsi nel merito.
Ecco di seguito un sunto delle parole di presentazione dell’iniziativa:
” Entro la primavera del 2016 Napoli avrà il suo impianto di compostaggio. Avrà impatto ambientale zero, ci farà risparmiare 40 euro a tonnellata per il trattamento dell’umido grazie alla riduzione del trasporto fuori regione, produrrà anche molti posti di lavoro in cooperativa sociale a Scampia per svolgere tutte le fasi dalla selezione al conferimento, realizzera’ compost per consumo civico e agricoltura. Mai piu’ discariche, inceneritori ed emergenza rifiuti. Ma solo impianti che non inquinano. Altri piccoli impianti di compostaggio si realizzeranno nella citta’ metropolitana (ex-Provincia). Anche se non è compito nostro ci sostituiremo all’inefficienza di Regione e Provincia che avrebbero dovuto realizzare gli impianti.
Il progetto prevede infatti la realizzazione di un impianto di tipo modulare composto da sei biodigestori in container (alti appena 3 metri) per la produzione di biometano e due unità di stabilizzazione aerobica per la maturazione del compost.
La struttura, da realizzare su una superficie di circa 33mila metri quadri posta alle spalle dell’isola ecologica di viale della Resistenza a Scampia, avrà una capacità di 20mila tonnellate annue pari a 60 tonnellate giornaliere di frazione umida, trasportate da al massimo 4-5 camion al giorno che attraverseranno l’asse mediano (il cui svincolo sarà aperto nei prossimi mesi) così da non creare disagi al territorio. Area che verra’ completamente riqualificata non solo con apertura dell’asse mediano ma anche con diversa sistemazione della comunità rom.
L’impianto, completamente chiuso e dotato di biofiltri per eliminare odori sgradevoli produrrà 7500 tonnellate annue di compost ”di qualità che sarà impiegato per le aree verdi dell’area nord” e 1,3 milioni di metri cubi annui di metano che sarà immesso in rete. Il costo del progetto è di 14,6 milioni di euro, mentre il costo tariffario di conferimento da parte di Asia è di 100 euro a tonnellata a fronte dei 140 attuali. Il risparmio nei costi di smaltimento per la pubblica amministrazione sarà di oltre 800mila euro annui. Per il Comune e’ un impianto a costo zero.
L’Innovazione non sarà solo tecnologica, ma anche finanziaria. Il progetto infatti è finanziato da Banca Prossima, istituto del Gruppo Intesa San Paolo, che ”per la prima volta” adotterà un nuovo strumento finanziario denominato TRIS (Titolo di riduzione di spesa). Nel nostro caso l’investitore privato o istituzionale non rischia il capitale che è garantito da Intesa San Paolo e, in caso di successo, la remunerazione dell’investitore è in linea con il rendimento dei titoli di Stato. Ma non solo. La realizzazione dell’opera, infatti, è ”aperta alla cittadinanza”. La banca metterà sul mercato dei bond che i cittadini potranno acquistare. Tuttavia, qualora la società civile e il Terzo settore non dovessero rispondere, l’istituto bancario si è impegnato a garantire la cifra totale pari a 14 milioni di euro”.